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Sanità

Considerata top da Agenas per tempi di risposta. Assunti sei operatori in più
5 minuti e 36 secondi di lettura
di Tiziana Oberti
Le chiamate alla centrale del Tigullio sono circa 25mila, che ora andranno a sommarsi alle circa 110mila di quelle di Genova

Martedì 4 novembre si annuncia come una data storica per il sistema dell’emergenza-urgenza ligure. Si tratta infatti del giorno che vedrà l’accorpamento del 118 del Tigullio, con sede a Lavagna, con quello di Genova, la prima fase di un progetto più ampio che porterà all’unificazione di tutte le centrali operative 118 della Liguria in un’unica struttura integrata con sede al policlinico San Martino di Genova, dove già ora c’è la centrale del 118 dell’area metropolitana.

Il 118 di Genova top in Italia

Va ricordato che la centrale del 118 di Genova è salita sul gradino più alto del podio di Agenas a fine 2024 come la più rapida a livello nazionale (insieme alla Asl di Sassari) sulla tempestività degli interventi: 14 minuti di attesa dalla chiamata alla centrale operativa all’intervento di ambulanza o automedica a fronte di una media nazionale di 18 minuti, ma ci sono anche realtà che arrivano a 30. Nella stessa indagine erano emersi dati molto positivi anche per l’area del Tigullio che ora confluirà a Genova.

L’obiettivo, dichiarato dalla Regione, è quello di centralizzare e ottimizzare le risorse per migliorare efficacia e tempi di risposta, senza ridurre la qualità del servizio.

Da cinque centrali 118 sparse sul territorio si passerà entro il 2026 a una unica con sede a Genova al Policlinico San Martino. Una riorganizzazione già prevista dal piano socio-sanitario approvato in consiglio regionale nel novembre 2023 e che consentirà alla Liguria di allinearsi agli standard del Dm 70/2015 adottati da altre regioni.
A gestire questa delicata fase di passaggio Paolo Frisoni, direttore del 112 e del 118 Liguria.

Assunti sei nuovi operatori tecnici

Per questa operazione sono stati assunti sei operatori tecnici che sono stati formati presso la centrale operativa di Genova e andranno così a potenziare l’attuale organico della centrale genovese.

Le chiamate di soccorso che annualmente arrivano alla centrale del 118 del Tigullio sono circa 25mila, che ora andranno a sommarsi alle circa 110mila di quelle gestite nell’area metropolitana genovese.

Sette operatori di giorno, quattro di notte più un medico h24

Dal 4 novembre quindi, a fronte di circa 135mila chiamate previste, l’organico sarà composto da: sette operatori tecnici o infermieri in orario diurno e quattro in orario notturno, a cui si aggiunge, come già avviene ora, un medico presente h24.

Il personale che fino ad ora lavorava alla centrale 118 del Tigullio verrà integrato sui mezzi di soccorso del territorio della Asl 4, che rimangono invariati: due automediche attive h24 a Rapallo e Lavagna e un’auto infermierizzata attiva a Sestri Levante sulle 12 ore.

Per chi avrà bisogno di assistenza sanitaria urgente non cambierà nulla nella modalità. Come oggi si dovrà telefonare al numero unico emergenza 112 che prende in carico la richiesta, passandola alla centrale 118 di Genova che provvederà ad attivare ambulanza e/o automedica nell’area del Tigullio.

Il numero 116117 per patologie minori

Sempre nel 2026 partirà poi il numero 116117, anche questo previsto nel piano sociosanitario approvato a fine 2023, che prendendosi carico delle patologie meno gravi dovrebbe così scaricare di queste la centrale del 118.

Crisi vocazionale per l’emergenza

Una riorganizzazione che si inserisce in una fase di carenza di vocazioni per i medici dell’emergenza, come in tutta Italia. In pochissimi vogliono lavorare in un pronto soccorso o su un’automedica o su un elicottero e i concorsi vanno praticamente deserti o servono a stabilizzare chi già ci lavora. Nel 2023 in Liguria mancavano già 20 medici al servizio 118: 7 nell’area metropolitana di Genova, 8 a ponente e 5 a levante.
In organico al 118 di Genova ci sono 35 persone, compresa la dirigenza, che copre i turni delle 7 automediche attive h24 e quella di Busalla attiva sulle 12 ore anche nei weekend, più tutto il sistema dell’elisoccorso regionale.

Agenas: Liguria prima nella gestione reti tempo-dipendenti

La Liguria si è confermata tra le regioni più virtuose a livello nazionale e prima in classifica nella gestione delle Reti Tempo-Dipendenti secondo la quarta Indagine Nazionale per i Servizi Sanitari regionali condotta da Agenas sui dati 2023 e presentata a Roma a fine ottobre.
Nel rapporto, la Liguria ha ottenuto risultati di eccellenza nelle principali aree oggetto di valutazione: rete cardiologica per l’emergenza, rete Trauma, rete Emergenza-Urgenza, e figura tra le regioni con il punteggio complessivo migliore, a conferma dell’elevato livello di organizzazione e risposta del sistema di emergenza-urgenza.

Opposizione e sindacati contrari

Il progetto della centrale unica del 118 e dell’accorpamento della centrale del Tigullio con Genova ha incontrato alcune proteste da parte dei sindaci del Tigullio, ma anche da parte dell’opposizione e dei sindacati. L’assessore alla Sanità Massimo Nicolò ha sottolineato che il progetto fa parte di una visione di lungo periodo per migliorare il sistema di emergenza-urgenza nella regione.

Il gruppo regionale del PD, con capogruppo Armando SannaKatia Piccardo, responsabile della sanità, ha espresso contrarietà esplicita all’accorpamento, sottolineando la mancanza di chiarezza sul progetto, il rischio di indebolimento del servizio nelle zone più lontane da Genova e la totale assenza di confronto con chi opera quotidianamente nel sistema di emergenza territoriale. A loro ha fatto eco il segretario regionale del Pd Davide Natale, che ha stimato in 500 mila il numero dei liguri che rischierebbero di non essere soccorsi in particolare nei piccoli centri.

Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), Europa Verde e Sinistra Italiana hanno definito la scelta un errore sia tecnico che politico, con preoccupazioni sul dimezzamento del personale sanitario e il rischio di congestione di una centrale unica, specialmente in un territorio complesso come la Liguria.

Rappresentanti sindacali, associazioni di pubblica assistenza e operatori sanitari si sono aggiunti al coro delle critiche, evidenziando carenza di personale e condizioni lavorative difficili. In particolare i sindacati evidenziano come la riduzione delle centrali possa tradursi in un carico maggiore di lavoro per il personale, già sottoposto a stress e carenze di organico, con possibili ricadute negative sull’efficienza e sui tempi di risposta.

Le associazioni di pubblica assistenza (Anpas Genova, Croce Rossa, Federazione Misericordie Liguria e Anpas Liguria) hanno scritto alla Regione una dura lettera lo scorso agosto sottolineando il rischio che un accorpamento così ampio possa diluire la conoscenza del territorio, punto chiave per un intervento tempestivo ed efficace. L’attenzione è rivolta soprattutto alla salvaguardia delle competenze locali e alla necessità di non penalizzare i soccorsi nelle aree meno centrali. Nella lettera si sottolineava poi la necessità che tutti i mezzi fossero dotati di un sistema di geolocalizzazione.

Da metà 2026 gli altri accorpamenti al San Martino

Nel 2026, sembra non prima della metà dell’anno almeno, seguirà l’accorpamento delle centrali di Savona, Imperia, Spezia sempre a Genova nel padiglione B del policlinico San Martino, dove ora c’è già il 112 e il 118, ma saranno necessari dei lavori di ristrutturazione.

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