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Porto e trasporti

Il presidente di Assarmatori accoglie l’ok del Consiglio dei ministri e indica nel coordinamento centrale la chiave per una governance più efficace.
2 minuti e 29 secondi di lettura
di Matteo Cantile

La riforma dei porti approvata dal Consiglio dei ministri viene accolta con favore da Assarmatori, che ne sottolinea il valore strategico in attesa dei passaggi parlamentari. Per il presidente Stefano Messina, armatore genovese, il provvedimento e la nascita di Porti d’Italia S.p.A. rappresentano l’occasione per affrontare una delle criticità più evidenti emerse negli ultimi anni nel sistema portuale italiano: la mancanza di un effettivo coordinamento centrale.

Approvazione governo

"In attesa dei passaggi parlamentari, accogliamo con favore l’approvazione della riforma portuale da parte del Consiglio dei Ministri e la nascita di Porti d’Italia S.p.A.", afferma Messina, esprimendo una valutazione positiva sul via libera arrivato dal governo presieduto da Giorgia Meloni. Un giudizio che guarda soprattutto alla possibilità che il nuovo assetto istituzionale vada "nella direzione di colmare una delle principali criticità emerse negli ultimi anni".

Coordinamento centrale

Il nodo indicato dal presidente di Assarmatori è chiaro. Secondo Messina, il problema principale è stato "l’assenza di un effettivo coordinamento centrale", una lacuna che ha inciso sulla capacità del sistema di muoversi in modo unitario. È proprio su questo punto che la riforma viene vista come un potenziale cambio di passo per la governance portuale del Paese.

Autonomia AdSP

Nel suo commento, Messina richiama anche gli effetti della precedente riforma. "La riforma della legge 84/94 del 2016 aveva infatti lasciato alle singole Autorità di Sistema Portuale un margine di autonomia che, in mancanza di una regia nazionale efficace, ha prodotto strategie e investimenti non sempre coerenti tra loro", osserva, evidenziando come l’assetto introdotto allora abbia generato frammentazione nelle scelte e nelle priorità.

Conferenza presidenti

A supplire a questo limite avrebbe dovuto essere la Conferenza dei Presidenti delle Autorità di Sistema Portuale. Tuttavia, secondo Messina, "anche la Conferenza dei Presidenti delle AdSP, pensata per supplire a questo limite, non ha raggiunto gli obiettivi attesi", lasciando irrisolta l’esigenza di un vero coordinamento a livello nazionale.

Soggetto unico

Da qui l’attenzione verso la nascita di un organismo centrale. "Un soggetto unico a livello centrale può invece garantire una pianificazione omogenea, semplificare le procedure e definire criteri chiari e condivisi per la selezione, il finanziamento e la realizzazione degli interventi strategici", spiega Messina, indicando nella centralizzazione uno strumento per rendere più efficiente l’intero sistema.

Priorità infrastrutturali

Il presidente di Assarmatori lega la riforma anche alla necessità di orientare meglio le scelte. Le priorità infrastrutturali, sottolinea, devono essere definite "sulla base di analisi tecniche e giuridiche e delle reali esigenze dei traffici di merci e passeggeri", così da rendere gli investimenti coerenti con i bisogni concreti del settore.

Ruolo associazioni

Proprio perché la riforma viene considerata "un’occasione rilevante per modernizzare la governance portuale del Paese", Assarmatori si dice pronta a fare la propria parte. "Siamo pronti, sulla base delle esperienze e delle competenze delle numerose aziende nostre associate, insieme alle altre Associazioni di categoria, a fornire il nostro contributo", conclude Messina, ribadendo la disponibilità dell’associazione a partecipare attivamente al percorso che ora si apre in Parlamento.

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