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Porto e trasporti

Davide Falteri, numero uno di Federlogistica, spiega luci e ombre della nuova Spa, partecipata dal Ministero dell'Economia sotto la regia del Ministero dei Trasporti
2 minuti e 57 secondi di lettura
di Elisabetta Biancalani

Nelle ore in cui la nuova agenzia Porti d'Italia S.p.a sta per decollare a Roma, primo atto della nuova riforma dei porti, Primocanale raccoglie le reazioni del mondo marittimo e portuale. Se la Cisl mette in guardia, chiedendo che le Autorità portuali mantengano una loro autonomia, Federlogistica plaude la visione strategica centrale, ma con dei paletti. Davide Falteri, presidente di Federlogistica: 

L'agenzia può essere un'opportunità o un problema 

"Innanzitutto bisogna vedere come viene costruita questa agenzia, perché può essere un'opportunità come può essere un problema. Sicuramente c'è bisogno di coordinamento, però questo coordinamento non deve diventare un freno allo sviluppo delle varie Autorità portuali, che oggi hanno necessità di crescere sempre di più, anche per i processi della digitalizzazione. È compito delle associazioni, è compito degli stakeholder dare gli input giusti al Ministero affinché questa agenzia venga costruita correttamente, sia un volano e non chiaramente un freno allo sviluppo.

Quindi secondo voi sì centralizzazione, ma senza perdere l'autonomia delle Autorità portuali?

Assolutamente sì, perché ogni porto chiaramente sottende un territorio, quindi dare una direttrice è importante perché oggi noi pecchiamo di visione strategica. E questo va fatto, però è anche vero che se la centralizzazione deve diventare un freno allo sviluppo, allora poi non ne beneficia il mercato, quindi le cose devono stare in equilibrio insieme".

Auspici per il 2026: sarà un buon anno per la logistica

Parliamo ora degli auspici per il 2026 per il mondo della logistica che lei rappresenta

"Il 2026 sicuramente sarà un buon anno per il mondo della logistica perché fortunatamente la logistica è sempre più coinvolta nei sistemi industriali ed è sempre più presente nell'aprire nuovi mercati grazie anche alla digitalizzazione. Quindi auspichiamo che questo processo continui con grande energia come è iniziato nel 2025.

Genova sta affrontando sfide importanti, prima di tutto la diga, il terzo valico, tutte infrastrutture che possono ben sposarsi con la logistica sempre più avanzata

Le infrastrutture sono necessarie, sono fondamentali, non sono solo un vantaggio competitivo per Genova, ma essendo il porto più importante del Mediterraneo hanno una ricaduta economica occupazionale che va sia sul nord Italia che su gran parte dell'Europa. Quindi la strada dell'infrastruttura è necessaria per poter gestire una crescita reale.

E a Genova dovrebbe decollare anche la Green Logistics Valley della Valle Polcevera e anche lì Spediporto parla di una logistica avanzata

La logistica oggi viaggia di pari passo con la digitalizzazione perché gli permette chiaramente di re-ingegnerizzare i processi e aprire nuovi mercati. La Green Logistics Valley è non nient'altro che uno spazio con agevolazioni fiscali ed economiche che deve diventare sempre più attrattivo al mondo imprenditoriale che va a potenziare il grande volano dato dal porto e da quella che oggi chiamiamo Blue Economy.

Quindi quella è la direzione giusta anche perché è l'asse che poi ci collega al Basso Piemonte, alla direttrice che prende il terzo valico e quella che chiaramente prende la merce.

In Liguria continuiamo a soffrire per i cantieri, per le autostrade spesso intasate. La logistica rimane coinvolta purtroppo in queste code che significano soprattutto per l'autotrasporto un aumento dei tempi di percorrenza con costi che paga proprio l'autotrasporto

Sì, non li paga solo l'autotrasporto perché poi l'autotrasporto vive anche di ristori, quindi li paga la collettività. Quindi l'efficientamento è la parola d'ordine per il 2026. Soprattutto anche per quello che riguarda il trasporto eccezionale che è al servizio della grande industria che oggi vive nell'incertezza della percorrenza dei tempi.

Questo vuol dire rendere meno competitivo il Paese e non ce lo possiamo permettere, quindi su quella direzione dobbiamo dare un'accelerata".

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