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ROMA - Eni Sustainable Mobility e il Gruppo Spinelli, leader nel settore della logistica integrata, hanno sottoscritto un contratto biennale per alimentare la flotta del Gruppo Spinelli con HVOlution, il diesel prodotto con 100% da materie prime rinnovabili. La flotta del Gruppo Spinelli conta oltre 300 mezzi per il trasporto pesante, di cui 150 Euro 6d di ultima generazione, la cui motorizzazione è compatibile con i biocarburanti in purezza.

La fornitura del biocarburante al Gruppo Spinelli è resa possibile dalla rete dei punti vendita Eni Sustainable Mobility: il prodotto oggi è disponibile in 57 stazioni di servizio e, entro fine mese lo sarà in 150 punti vendita in Italia (qui la mappa interattiva). Un accordo rilevante per Eni Sustainable Mobility, che testimonia come l’azienda possa accompagnare operatori del trasporto pesante, come il Gruppo Spinelli, nel percorso di decarbonizzazione.

Eni Sustainable Mobility è la società operativa da gennaio 2023 che combina la bioraffinazione, il biometano e la vendita di prodotti per la mobilità nelle sue oltre 5.000 stazioni di servizio in Italia e all’estero. Eni Sustainable Mobility ha l’obiettivo di evolvere in una società multi-servizio e multi-energie, generando e liberando nuovo valore per la decarbonizzazione dei trasporti e per la fornitura di servizi alle persone in movimento. Il Gruppo Spinelli, fondato nel 1963, opera nell’intera gestione della catena di approvvigionamento del settore container, dall’arrivo in porto alla consegna al cliente finale, offrendo alle compagnie di navigazione soluzioni integrate tra cui trasporto multimodale, deposito e attività di spedizioniere doganale.

LEVANTO - Abbiamo da poco imboccato la A12 a Carrodano in direzione Genova quando improvvisamente nella corsia di destra incappiamo a sorpresa in due operai che, armati di bandiera arancione, avanzano a piedi verso di noi, per avvisare che c'è un camion dei lavori fermo a pochi metri di distanza, carico di cartelli e altro materiale. Una situazione da brividi, che ci fa riflettere anche sulla pericolosità del lavoro di questi poveri operai, a decine impegnati nei cantieri. Scene purtroppo di quasi ordinaria amministrazione sulle autostrade liguri. Slalom da paura anche in questa tratta gestita da Salt, del gruppo Gavio, tra Sestri Levante e Sarzana. 

Incontriamo il sindaco di Levanto, Luca del Bello, sulla spiaggia frequentata dai surfisti. "Arrivano da tutto il Nord Italia, ma anche dall'Austria, da Monaco di Baviera, in ogni stagione". E anche loro incappano nei cantieri infiniti, nelle code, che vergogna, che biglietto da visita: "Noi siamo 5 mila residenti, pensate che arriviamo a 25-30mila per 4-5 mesi all'anno. I cantieri infiniti sono un problema serio e anche i pedaggi esosi in questa tratta. Da anni ormai è così, i danni sono anche per i nostri residenti che devono pendolare per lavoro. Alcuni hanno abbandonato l'auto e scelto il treno, scelta obbligata perchè in autostrada sai quando parti ma non quando arrivi".

 GENOVA - Forse qualcuno lo ha dimenticato ma, nel caso, rinfreschiamo la memoria: a luglio aumenteranno di nuovo i pedaggi della rete autostradale gestita da Aspi, Autostrade, compresa la Liguria, nella morsa dei cantieri a partire dal 2018, perché c’è voluto purtroppo il crollo del ponte Morandi e il tributo di 43 vittime perché Autostrade si degnasse di iniziare a fare lavori sulla tratta, omessi per diverso tempo, tanto da arrivare a far collassare un ponte sotto i colpi dell’incuria in alcuni casi consapevole (sta emergendo dalle carte del processo). E lo Stato che avrebbe dovuto controllare, negli anni, che Il concessionario di un bene di interesse pubblico facesse quello che avrebbe dovuto fare, cioè tutelare la sicurezza di chi viaggia, a fronte dei pedaggi pagati, che cosa ha fatto? Su questo c’è un processo in corso che stabilirà le responsabilità.

Ma torniamo all’aumento tariffario del primo luglio. I pedaggi di Aspi erano bloccati dal 2018 e il primo gennaio del 2023 sono aumentati del 2%, in tutta Italia, dove gestisce circa il 50% delle tratte dell’intera penisola. Ma la seconda mazzata è in arrivo, un altro 1.34% dal primo luglio, per un totale di 3.34%. Anche in Liguria, eh sì, anche in Liguria dove pochissimi sono i km a doppia o tripla corsia (vien da ridere a dire tripla corsia, un sogno) dove si viaggia per la maggior parte in corsia unica o carreggiata unica a doppio senso di marcia in uno snervante e pericoloso slalom tra paletti di ogni genere, cartelli, indicatori luminosi, dove le code sono all’ordine del giorno, dove basta un furgone in panne e provocare code anche di 10 km, come l’altro giorno sulla A12, in due direzioni visto che si è a carreggiata unica. Dove si arriva a fare dei frontali. Dove i tempi di percorrenza sono incalcolabili. Ma si possono chiamare autostrade quelle liguri? Che giustifichino il pagamento di un pedaggio e non solo, due aumenti di pedaggio in un anno? Ebbene succederà. Di nuovo, a luglio.

La domanda è: ha senso in Liguria che Aspi faccia pagare il pedaggio tanto quanto in una regione dove si viaggia a due o a tre corsie e magari c’è pure quella di emergenza? Ha senso far pagare tanto uguale a una regione dove si va a 130 km orari e non a 60 come nella maggior parte della rete ligure, per la maggior parte in area cantiere? Ha senso o no laddove i tempi di percorrenza sono spesso lunghissimi? Dove la notte trovi intere tratte chiuse? O magari in Liguria non si dovrebbe pagare proprio nulla finché le condizioni sono queste?

Aspi ha visto a fine anno l’ok al suo piano economico-finanziario che prevede 21,5 miliardi di investimenti in dieci anni: 7 miliardi in manutenzioni e 14,5 miliardi in nuove opere. Tra le nuove opere finanziate: la Gronda di Genova (oltre 4 miliardi).
Tante belle cifre, che paiono così lontane dalla miseria quotidiana dei liguri e di chiunque si trovi a viaggiare in Liguria.

GENOVA - Si è svolta presso la Commissione Attività produttive della Camera dei deputati l’audizione di Confindustria Nautica nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sul Made in Italy. L’Associazione nazionale di categoria di Confindustria ha ricordato i numeri del settore, poco noti al Paese, alla stampa e persino al Parlamento, ringraziando per questo sentitamente il Presidente Alberto Gusmeroli e la Vice Presidente Ilaria Cavo, per l’inclusione nel ciclo di audizioni.

La nautica si è confermata leader assoluta nel segmento dei superyacht, con oltre la metà del global order book, e prima esportatrice mondiale di unità da diporto; impiega nella sua filiera oltre 190.000 addetti e continua ad assumere ininterrottamente dal 2016. Nel 2022 l’industria chiude con un incremento a doppia cifra, dopo l’eccezionale risultato del 2021, con il solo fatturato di cantieristica e componentistica che si attesta sui 7 miliardi di euro e segna il record storico dell’export di 3,4 miliardi di euro.

Circa l’individuazione delle attività per l’espansione del Made in Italy, Confindustria Nautica ha sottolineato il ruolo strategico del Salone Nautico Internazionale di Genova, come per tutti quei settori per i quali l’internazionalizzazione passa innanzitutto per il forte il sostegno alla principale Fiera nazionale di settore, la cui forza attrattiva - come ad esempio per il Mobile - è proprio nel radicamento territoriale e nella presentazione della filiera.

GENOVA - Prua al mare per la seconda edizione del corso, organizzata per il personale operativo delle agenzie marittime genovesi, a cura della Capitaneria di Porto di Genova. Con 50 iscritti in presenza, il corso è considerato un esempio-campione di collaborazione tra pubblico e privato in termini di formazione. Già l’edizione del 2021 aveva evidenziato come le potenzialità di questo corso siano in grado di sviluppare l’efficacia e l’efficienza delle pratiche operative di agenzie marittime proiettate, proprio attraverso la formazione, verso il futuro. Il corso è stato fortemente voluto dal comandante Ammiraglio Ispettore Sergio Liardo e dal presidente di Assagenti, Paolo Pessina. Il corso vedrà un corpo docente formato esclusivamente dal personale della Capitaneria: le lezioni, saranno infatti tenute da Donato Castigliego, Stefano Antonelli, Emilio Viviani e da Udalrigo Massimo e saranno articolate in nove moduli dal taglio estremamente pragmatico.