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Politica

Durante la prima seduta il centrodestra ha abbandonato l'aula prima di votare la delibera sul piano tariffario
2 minuti e 54 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi
Controllore sull'autobus a Genova

Nel day after del primo consiglio metropolitano di Genova, con il centrodestra che ha abbandonato l'aula prima che si votasse il nuovo piano tariffario di Amt, resta al centro del dibattito politico lo scontro andato in scena nella sede della prefettura. L'opposizione è uscita, la sindaca Silvia Salis ha tacciato il loro comportamento come "inaccettabile", e al momento l'impasse sulle tariffe continua a far discutere.

Il motivo dell'abbandono dell'aula

Nel frattempo nella giornata odierna si è tenuta la votazione durante l'assemblea dei soci di Amt. A votare contro tutti, o quasi, i Comuni del Tigullio (Rapallo, Chiavari, Lavagna e Sestri Levante), a esclusione di Santa Margherita Ligure, con il sindaco Guglielmo Caversazio. "L'ora segna il momento delle scelte impopolari per salvare l'azienda da uno scenario molto grave e per continuare ad assicurare il servizio pubblico locale ai nostri concittadini - ha spiegato Caversazio -. Quella presa oggi non è stata una decisione semplice, poiché siamo convinti che serva una maggiore condivisione tra i soci come rilevato dai comuni che non hanno partecipato al voto. Tuttavia, abbiamo voluto dare un segnale ai tremila addetti e alle loro famiglie ribadendo la centralità che la tutela dei lavoratori e del servizio da essi reso alla comunità mantiene nel più ampio contesto di una discussione ancora da approfondire. Auspichiamo che in futuro la comunicazione tra città metropolitana, azienda e soci sia all'altezza di quanto dipende dalla partita del trasporto pubblico". Per il Comune di Genova era presente il vicesindaco Alessandro Terrile, per la Città metropolitana il vicesindaco Simone Franceschi. "Non abbiamo partecipato al voto dell'assemblea che aveva all'ordine del giorno l'approvazione della Politica Tariffaria – con decorrenza dal 1° novembre 2025 – e del Piano di Risanamento 2025-2029 perché il confronto, se pur necessario, è stato di fatto inesistente – dichiarano i sindaci del Tigullio dei Comuni di Chiavari, Lavagna, Sestri Levante e Rapallo -. Non abbiamo ricevuto elementi sufficienti per comprendere chi e in che modo si farà carico del risanamento dell'azienda. Il piano che ci è stato sottoposto non contiene dati, prospettive e garanzie adeguate per una valutazione consapevole".

La tutela delle famiglie e dei lavoratori

Arriva poi la richiesta per gli step successivi, in vista del nuovo cambio di marcia. "Riteniamo fondamentale che il risanamento venga attuato, garantendo la continuità del lavoro, la tutela delle famiglie e la sostenibilità economica di Amt, affinché l'azienda possa tornare a operare senza generare nuove perdite. Tuttavia, in assenza di informazioni chiare e verificabili, non abbiamo ritenuto di avere gli elementi necessari per esprimere un voto informato - hanno aggiunto i sindaco metropolitani -. Inoltre, la legge regionale 33 del 2013 attribuisce a Città Metropolitana la gestione del contratto di servizio e la definizione dei criteri tariffari".

Quello che prevede lo statuto 

I sindaco di Rapallo, Chiavari, Lavagna e Sestri Levante spiegano che "lo Statuto metropolitano, all'articolo 17, stabilisce che sia il Consiglio Metropolitano a deliberare in materia di tariffe – come già avvenuto con la delibera n. 28 del 22 novembre 2023 – e ad oggi nessuna delibera è stata assunta e la precedente non è quindi superata. Il delegato metropolitano, pertanto, non può prendere decisioni in materia nell'assemblea sociale di Amt, non avendone i poteri". I ben informati parlato di un disco verde per la tariffazione di Amt, mentre il piano di risanamento sembrerebbe non essere passato. Il consiglio metropolitano potrebbe decidere di ridiscutere la delibera su Amt, per trovare la quadra su un piano tariffario che sta facendo 

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