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Politica

È scontro tra chi è favorevole e chi è contrario, nel frattempo è attesa per martedì prossimo, 2 settembre, la presenza del ministro del Made in Italy Adolfo Urso
3 minuti e 22 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi
Le aree dell'ex Ilva di Cornigliano

È iniziato il conto alla rovescia per il tanto atteso incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a Genova. Tra poco meno di una settimana, il 2 settembre, il titolare del dicastero è atteso in città. L'occasione, per Urso, sarà quella di illustrare i progetti del governo per quanto riguarda la possibile installazione del forno elettrico.

Il ruolo del forno elettrico 

Si tratta di un piano per rilanciare le aree ex Ilva di Cornigliano, per farlo si prevederebbe quindi la realizzazione di un forno da oltre 2 milioni di tonnellate di produzione d'acciaio all'anno per alimentare gli stabilimenti del Nord Italia come Racconigi e Novi Ligure. Il forno elettrico è un impianto flessibile in termini di quantità e qualità della produzione, con una continuità operativa differente rispetto all'altoforno tradizionale. Il forno inoltre non necessita dell'uso massivo di carbone, non servono perciò più impianti come la cokeria. Nel frattempo il Comune di Genova ha chiesto al ministro che siano presenti professori e tecnici indipendenti. Per farlo la prima cittadina ha scritto una lettera per chiedere degli incontri mirati per spiegare, da un punto di vista scientifico e pienamente obiettivo, quali potrebbero essere i reali impatti dell'eventuale realizzazione di un forno elettrico nelle aree dello stabilimento di Cornigliano.

Forno elettrico, tra favorevoli e contrari

Diametralmente opposte le posizioni in corso, tra chi dice "no" al forno elettrico e chi lo ritiene un vero e proprio volano per il lavoro. A evidenziarle, già nelle scorse settimane, il convegno organizzato dalla Fiom Cgil (era il 15 luglio ndr) con la partecipazione della Danieli alla quale avevano preso parte diversi comitati del no.

LA POSIZIONE DEL COMITATO DEL "NO"

"Il comitato Cornigliano per la città ribadisce la sua posizione di contrarietà di attivare nelle aree ex Ilva la produzione di acciaio a caldo mediante forno elettrico ad arco, dopo le innumerevoli informazioni raccolte attraverso una grande collaborazione tra comitati e associazioni le quali danno conferma che il tanto decantato forno green è solo un falso racconto per far accettare al popolo questa scelta scellerata, poiché se realizzata farebbe ricadere Genova in un nefasto passato, non possiamo dimenticare che nel luglio del 2005 è stata fatta cessare detta produzione, con un accordo di programma che siglava la chiusura dell'impianto per problemi creati alla salute dei residenti" spiega Giampiero Morstabilini del Comitato Cornigliano per la città. Dall'altra parte della barricata invece, i sindacati, che ribadiscono il loro "sì" al forno elettrico.

I SINDACATI RILANCIANO IL FORNO ELETTRICO

"Noi siamo favorevoli, se si vuole dare un certo grado di stabilità al Nord ci vuole il forno elettrico a Genova, al netto delle contraddizioni su Taranto - commenta a Primocanale Stefano Bonazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Genova -. Crediamo che sia importante avere un unico gruppo che abbia una larga autonomia per il Nord tramite un forno su Genova che alimenti banda stagnale e zincatura. Bisogna mantenere i posti di lavoro attuali, anzi incrementarli". Secondo il sindacato potrebbe aggiungersi circa 700 posti di lavoro che andrebbero a sommarsi ai già mille presenti. "Si tratterebbe di un forno elettrico di ultima generazione, con un miglioramento dal punto di vista ambientale - ha aggiunto Bonazzi -. In Italia ci sono 34 forni elettrici e molti in ambienti urbani, quindi per noi sarebbe la soluzione più consona".

UN AUTUNNO CALDO

Arriva poi il monito del Comitato Cornigliano per la città, che annuncia una mobilitazione in vista dei prossimi appuntamenti. "Settembre sarà teatro di eventi, manifestazioni e proteste indette da comitati, associazioni o liberi cittadini esprimendo il loro dissenso in svariate maniere - aggiunge ancora Giampiero Morstabilini -. Il succo di questo accadimento: Lo stato per costituzione non può andare contro la salute della popolazione tenendo anche presente la veridicità dei dati acquisiti confermanti la pericolosità di questo genere di impianti. Per questo faremo valere i nostri diritti in tutti i modi e maniere possibili per salvaguardare il bene più importante… la salute!".

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