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Politica

L'intervista alla titolare di Commercio e Turismo, che si racconta: chi è e cosa faceva prima di entrare a Palazzo Tursi
7 minuti e 25 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi

Nel marchio e nel segno delle donne, così la giunta della sindaca Silvia Salis è la squadra più al femminile per una grande città, nel solco di quello che aveva già preannunciato la prima cittadina durante la campagna elettorale. Una giunta trainata dal cosiddetto fattore "D", al fianco di Salis, che ha delegato a Tiziana Beghin diverse deleghe, tra cui Commercio e Turismo.

Chi è l'assessore al Commercio e al Turismo Tiziana Beghin?

Tiziana Beghin, è innanzitutto una mamma, come ama definirsi lei, anzi una "plurimamma". "Ho tre figlie biologiche, una figlia in affidamento oramai definito perché nel frattempo è diventata maggiorenne, quindi ho quattro ragazze - racconta Tiziana Beghin -. Tre di loro studiano già all'università, la più piccolina stiamo cercando di crescerla nonostante i vari impegni professionali e politici. Sono una persona che ama moltissimo gli animali, quando posso vado in campagna dove ho cani, gatti, insomma tanti animali, mi piace andare a cavallo e sono una persona impegnata su tanti fronti da tanto tempo, quindi diciamo che sono una persona normalissima, ma con una certa complessità, piena di impegni". Tiziana Beghin è un'esponente politica del Movimento Cinque Stelle, nel suo curriculum vanta un'esperienza decennale al Parlamento europeo, ma precedentemente si è occupata di consulenza aziendale rivolta soprattutto alle piccole imprese, con un focus sulle risorse umane. Il suo background lavorativo l'ha portata, per anni, già durante l'università in Economia e Commercio, fuori Genova.

Arriviamo al ruolo di assessore, ha delle deleghe importanti, quali sono quelle su cui si sta focalizzando di più, quelle su cui Genova ha bisogno di un particolare intervento immediato?

"Diciamo che il mio assessorato è sicuramente complesso ma che ha una sua ratio, una sua motivazione. Genova è una città che chiaramente nasce anche storicamente come una città commerciale, un polo commerciale, abbiamo un buon numero di piccole e medie imprese, non dimentichiamo anche il ruolo fondamentale dell'artigianato perché chiaramente quando si parla di commercio si dimentica a volte di citare anche l'artigianato, invece il mio assessorato comprende entrambi e ha oggi una vocazione turistica che si è anche riscoperta che non può prescindere però da viaggiare di pari passo, quindi queste sono le due parti più complesse, più grandi, dove vogliamo sviluppare un'idea di Genova dove il turismo è un turismo di qualità, un turismo che sia di supporto e sinergico rispetto alle attività produttive che a loro volta possono essere un volano per un turismo di un certo tipo, quindi questa è la motivazione per cui oggi ci occupiamo di ciò".

Assessore, ha trovato qualcosa che non ha funzionato nel suo assessorato?

"In generale posso dire che sicuramente a volte lo spacchettamento delle deleghe porta con sé un po' di inefficienze che poi magari nella routine quotidiana si fa fatica a individuare, magari un occhio esterno come può essere stato il mio ha portato o può portare a mettere il focus su una certa razionalizzazione magari delle attività in modo da essere anche più efficaci nella nostra azione politica e anche nel dare risposte quotidiane a chi invece si rivolge agli uffici per quel che riguarda rilasci di autorizzazione, di patrocini. Alcune difficoltà sono quelle di ordine politico che le affronteremo, alcune cose si possono sistemare, alcune no, di sicuro il mio è un approccio, vuole essere un approccio di ascolto, di concertazione, questo l'ho voluto da subito con le parti datoriali, con tutti i vari stakeholders che sono interessati della nostra attività politica e nella fattispecie del mio assessorato. Un'altra cosa che sto cercando di impostare, che non è forse molto usuale, è quella di cercare di spersonalizzare la gestione".

Che cosa significa questo?

"Nel senso che io promuovo molto l'ascolto nei confronti dei portatori di interessi, i nostri principali sono i cittadini, però è chiaro che ci sono gli operatori economici, chi fa attività, e quindi l'ascolto è fondamentale, la concertazione, il trovare insieme delle misure fa anche parte del mio background perché a Bruxelles, ricordiamolo, non esiste una maggioranza ma sono sempre maggioranze diverse che si costruiscono di volta in volta sui vari provvedimenti, quindi un esercizio di convergenza che sono molto abituata a fare e che trovo che sia anche molto corretto. Molto spesso dico che non voglio né amici né nemici quando si tratta di avere a che fare con qualcuno ma semplici cittadini con cui ci si relazioni in modo trasparente".

Waterfront di Levante, Palasport, ci racconti a che punto siamo, cosa sta accadendo e soprattutto qual è la situazione con le attività commerciali che andranno ad aprire, perché questo ha scatenato nervosismo anche da parte dei piccoli commercianti. A un certo punto avete detto: ce lo siamo trovato, non possiamo fare null'altro. Cosa significa?

"Si tratta di qualcosa di presente, monolitico, strutturalmente visibile e peraltro anche con una procedura rispetto alle autorizzazioni già di fatto molto avanzato. Quello che dispiace è che anche durante la campagna elettorale non siano mancati i confronti in cui si negava ancora l'evidenza rispetto al fatto che l'operazione avrebbe previsto di fatto un centro tematico, un parco tematico commerciale, a prevalenza sport, laddove invece già tutti i documenti non potevano che non far presagire quello che effettivamente è e indicare quello che sarà, ossia un parco commerciale generalista. La concessione che è stata data in origine, con il piano operativo che prevedeva la possibilità di questo tipo di insediamento commerciale aveva allargato molto le maglie rispetto a quella che invece era la legge regionale che richiedeva che ci fosse un tematismo che è connaturato con i luoghi in cui insiste la costruzione e quindi il centro commerciale. Questo perché la concessione che è stata data in origine, anche il piano gestione dei centri commerciali generalisti e che propone chiaramente marchi estremamente generalisti, quindi nessuna eccellenza particolare, nessun marchio in grado di attirare nessuno da fuori regione e questo è purtroppo quello che ci siamo ritrovati, che molti dei consiglieri della scorsa legislatura denunciavano già durante la legislatura con però negazione totale da parte dell'allora giunta".

Quindi la vostra giunta cosa può fare?

"È chiaro che per il Comune diventa difficile perché se da un lato non esiste la possibilità di muoversi bloccando l'operazione, dall'altra i commercianti di tutta la zona limitrofa (e non intendo tutta la Foce ma anche il centro) sono estremamente preoccupati di trovarsi un competitor di così grandi dimensioni, di grandi potenzialità, con 750 posti auto, ed è chiaro che diventa complesso poter competere. Dall'altro canto ancora però, è chiaro che ci sono altri imprenditori che hanno già fatto degli investimenti e che hanno ottenuto rassicurazioni rispetto al poter iniziare la loro attività all'interno di questa struttura, e quindi ci si ritrova con due esigenze da dover bilanciare. Detto questo, non è neanche interesse della giunta avere una cattedrale nel deserto, vuota, quindi bisogna trovare soluzioni che siano in qualche misura suffragate dalla certezza del diritto, quindi questa è la prima operazione che io ho voluto fare. Nel frattempo grazie a questo si possono anche reindirizzare in qualche modo, trovando un giusto equilibrio tra le parti". 

Politicamente invece, a livello nazionale, si parla molto di "modello Salis, modello Genova" per le prossime politiche, lei cosa ne pensa?

"Io oggi mi occupo di locale e quello che posso dire è che mi ha convinto immediatamente la sindaca, che ho trovato una persona di un estremo dinamismo, con una grande capacità sia personale e in generale professionale, mi è sembrata la persona giusta per la città e i genovesi le hanno dato immediatamente ragione. Per quanto riguarda la giunta è stata ben costruita, sulla base delle competenze, sulle esperienze specifiche come nel mio caso, e questo è un esercizio che sicuramente funziona e funziona molto bene. Abbiamo cinque anni di tempo per dimostrarlo, è chiaro che sui temi locali è molto facile trovare una certa convergenza e sul nazionale non sta a me giudicare".

Assessore, le chiedo un'ultima cosa: qual è una sua giornata tipo?

"Diciamo folle (ride ndr). Rispetto al Parlamento europeo che ha tempi molto più lunghi, io normalmente inizio i miei primi incontri verso le 8.30/9, quindi incontro tantissime persone sia interne che esterne al Comune, perché chiaramente sono tanti quelli che ci chiedono di avere degli appuntamenti. Incontro i miei dirigenti perché ho anche questa volontà, cioè quella di far fare attività tecnica ai tecnici e di far fare quella politica ai politici, quindi questo richiede comunque un momento in cui ci sia molta condivisione con i tecnici rispetto a quello che è l'indirizzo politico che vogliamo dare. Sono quindi incontri uno dietro l'altro, tutti i giorni. Io ho l'ufficio a Palazzo Tursi, poi ci sono i due appuntamenti importanti che sono la giunta settimanale, che prevede anche un lavoro preparatorio, e il consiglio comunale. La mia giornata finisce verso le 20/21, quando esco da Tursi, perché finiti gli appuntamenti facciamo quel lavoro di back office che riusciamo a fare solo quando non c'è più nessuno. Insomma, direi che è molto impegnativo".

L'assessore al Commercio e Turismo Tiziana Beghin

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