Vai all'articolo sul sito completo

Cultura e spettacolo

Un film corale che si interroga sul vero significato di vittoria e sconfitta
3 minuti e 5 secondi di lettura
di Dario Vassallo
Il tuo browser è obsoleto.

È stato lanciato un missile nucleare. Nessuno sa chi è stato e se altri potrebbero seguire ma una cosa è chiara: a meno che non venga fermato cancellerà una grande città degli Stati Uniti in meno di 20 minuti. Dopo aver raccontato nel 2012 in Zero Dark Thirty una storica vittoria americana, l’individuazione e l’uccisione di Osama Bin Laden, Kathryn Bigelow in A house of dynamite parla invece di una clamorosa sconfitta americana in un momento in cui il sentimento contro la più grande superpotenza mondiale, per vari motivi, primo fra tutti quello rappresentato dalla presidenza di Trump e dalle sue decisioni, è ai massimi storici.

La trama 

A Washington è giornata apparentemente normale: i principali leader della Casa Bianca vengono aggiornati su quanto accade nel mondo, i loro collaboratori si preparano per una serie di riunioni e le forze sul campo monitorano qualsiasi attività sospetta che potrebbe mettere a repentaglio la nazione. Un tecnico, però, individua qualcosa di allarmante: un missile lanciato dall'Oceano Pacifico la cui traiettoria sembra voler colpire un obiettivo importante. Quello che si credeva fosse un test inefficace da parte di una nazione ostile sconosciuta si rivela una minaccia vera perché il dispositivo nucleare è armato, funzionante e (si scopre) ha come obiettivo Chicago. La capacità poi da parte di chi ha lanciato il missile di eludere il rilevamento satellitare precoce suggerisce una possibile premessa a un attacco in più fasi pianificato attentamente. La domanda che si pone A house of dynamite è come affrontano questa situazione coloro che si trovano ai vertici del governo e dell'esercito e tutto ciò che influenza il loro processo decisionale. Perché gettare la nazione e il mondo in una guerra nucleare totale li tocca anche personalmente dal momento che a livello umano sono padri, madri, figli, figlie.

Strutturato in tre atti distinti 

Scritto dall'ex presidente di NBC News, A House of Dynamite è strutturato in tre atti distinti ognuno dei quali esamina l'inizio degli eventi portandoli fino a un possibile impatto ripartendo dall'inizio di questa crisi con una prospettiva differente che ne dipana l'intero processo. Lenti che ci permettono di vedere quanto accade in modo diverso man mano che saliamo nella catena di comando anche se questo metodo narrativo fa sì che lo slancio propulsivo si attenui a ogni cambio di punto di vista. Né vengono evitati tutti gli elementi classici dei film catastrofici e dei thriller politici, tipo le didascalie che danno a ogni luogo il proprio acronimo ufficiale o le telefonate strazianti a persone che nulla sanno della situazione.

Un racconto ammonitore

C'è poca azione nel senso tradizionale del termine: nessun campo di battaglia pieno di esplosioni o audaci equipaggi militari che eseguono missioni eseguite con precisione. Si tratta di un film corale senza ruoli da protagonista che rispecchia il mondo in cui viviamo oggi, permettendo di interrogarci sul vero significato di vittoria e sconfitta. Non solo dal punto di vista militare, ma prima di tutto da quello umano. Riguarda un mondo creato su concetti di minaccia, paura e chi attacca per primo: una casa di dinamite che può esplodere, e lo farà, in qualsiasi momento. Quando ciò accade, importa come o in quale ordine potremmo scomparire tutti da questa terra? Quando il danno è già fatto, non conta niente. Al di là di tutti i suoi limiti A House of dynamite è un racconto ammonitore su qualcosa che speriamo di non vedere mai ma che ci fa riflettere su una inevitabilità che sembrava altrettanto imminente decenni fa mostrando persone capaci che fanno del loro meglio in situazioni estreme ma senza offrire false rassicurazioni sul fatto che tutto andrà bene.

 

Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsAppFacebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook

ARTICOLI CORRELATI

Lunedì 01 Settembre 2025

'Portobello': alla Mostra di Venezia Marco Bellocchio fa rivivere il calvario di Enzo Tortora

Si parte dalla cronaca per raccontare l’uomo non nel nome della giustizia ma più come riflessione sulla giustizia