Vai all'articolo sul sito completo

Cronaca

Alle 10 è arrivato l’ufficiale giudiziario. Poi la comunicazione ufficiale del Comune che annuncia il trasferimento
3 minuti e 9 secondi di lettura
di Andrea Popolano
Il tuo browser è obsoleto.

Saranno trasferiti in diverse strutture alberghiere i 58 ospiti dell'ex casa Raphael situata in via Byron, nel quartiere di Albaro a Genova.  Il giorno dello sfratto esecutivo è infatti arrivato. Il precedente era datato 6 luglio, poi la decisione di guadagnare quattro mesi per trovare una soluzione. Ore di tensione con il Comune che assicurava che nessuno sarebbe rimasto per strada ma con gli ospiti che, a poche ore dallo sfratto, non aveno informazioni sul loro futuro. La comunicazione con la precisazione che tutti i nuclei familiari rimarranno uniti. Diverse le strutture alberghiere cittadine che andranno ad accogliere le 58 persone presenti all'interno di Casa Raphael.

Una situazione complicata quella della struttura che intreccia diversi aspetti: le suore che gestivano il complesso sono state spostate (l'ultima questa mattina), un istituto (l'Edit Stain Casa Raphael) che ha chiuso i battenti, una nuova proprietà che ha il diritto di prendere il controllo dell'area dopo l'acquisto attraverso permuta dei circa quattro mila metri quadrati a cui ne vanno aggiunti altri sei mila di giardino.

Il trasferimento in giornata

Alle 10 l'arrivo dell'ufficiale giudiziario che ha preso visione della situazione e valutato che lo sfratto poteva avvenire. D'accordo con gli ospiti il trasferimento inizierà nel pomeiggio. Alla fine tutti d'accordo. Rientrano nel trasferimento anche due persone che erano uscite dalla struttura di casa Raphael la scorsa settimana dopo che era stata chiusa l'acqua (poi fatta riaprire dai carabinieri e dai servizi sociali intervenuti appositamente). Nel mentre hanno cercato lavoro anche fuori della Liguria. Ora gli ospiti hanno tempo circa una settimana per recuperare gli oggetti lasciati all'interno della struttura. Non c'è un tempo prestabilito di permanenza negli alberghi individuati ma resteranno fino a quando non verrà trovata una soluzione individuale per ognuno idonea alla propria situazione. 

All’interno ci sono circa 58 persone tra cui 14 minori

All’interno della struttura erano ospitati in tutto 14 minori su 58 ospiti. Tra loro molti stranieri: soprattutto peruviani ma c'era anche chi arriva dal Nord Africa e altri Paesi. Ci sono anche alcuni ospiti italiani bisognosi di cure mediche specifiche. In molti casi si tratta di persone che non hanno un lavoro regolare o con situazioni di fragilità. Per stare nella struttura fino a poco tempo fa hanno pagato anche una retta di circa 250-300 euro. Le associazioni a tutela degli ospiti chiedevano da tempo chiarimenti su quali sarerbbero state le strutture scelte per accogliere gli ospiti. Già dalle 8,30 in via Byron presente un furgoncino della protezione civile, i servizi sociali, la digos e i vigili del fuoco. 

La posizione del Comune

"Tutti i nuclei familiari, in gran parte numerosi e con minori, e le persone, che da alcuni anni vivevano volontariamente in una situazione di estrema precarietà, oggi hanno una sistemazione alberghiera dignitosa, con condizioni di sicurezza igienico-sanitarie adeguate. In queste ore, sono in corso, da parte della Prefettura, le verifiche per capire a quanti degli ex occupanti di casa Raphael potrà essere riconosciuto lo status di rifugiato e conseguenzialmente accedere ai Cas della Prefettura" ha dichiarato l’assessora al Welfare Cristina Lodi, a conclusione delle operazioni di sgombero avvenute questa mattina da parte delle autorità competenti di casa Raphael. 

La posizione del Sunia Genova

 "Non si è tenuto conto di nulla - ha detto il segretario del Sunia Genova Bruno Manganaro -, nemmeno del fatto che i minori stanno frequentando le scuole nel quartiere, e quindi non solo vengono sradicati da quella che per loro è casa, ma anche dalla scuola. La soluzione alberghiera è una soluzione di emergenza ed è stata trovata solo perché c'è stata la mobilitazione del Sunia e dell'associazionismo, ma quello che serve sono soluzioni stabili e durature".  Per il Sunia la vicenda non è chiusa, ricorda Manganaro: "Continueremo a vigilare su queste famiglie, e se necessario torneremo a mobilitarci".

Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsAppFacebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook