Saranno trasferiti in diverse strutture alberghiere i 58 ospiti dell'ex casa Raphael situata in via Byron, nel quartiere di Albaro a Genova. Il giorno dello sfratto esecutivo è infatti arrivato. Il precedente era datato 6 luglio, poi la decisione di guadagnare quattro mesi per trovare una soluzione. Ore di tensione con il Comune che assicurava che nessuno sarebbe rimasto per strada ma con gli ospiti che, a poche ore dallo sfratto, non aveno informazioni sul loro futuro. La comunicazione con la precisazione che tutti i nuclei familiari rimarranno uniti. Diverse le strutture alberghiere cittadine che andranno ad accogliere le 58 persone presenti all'interno di Casa Raphael.
Una situazione complicata quella della struttura che intreccia diversi aspetti: le suore che gestivano il complesso sono state spostate (l'ultima questa mattina), un istituto (l'Edit Stain Casa Raphael) che ha chiuso i battenti, una nuova proprietà che ha il diritto di prendere il controllo dell'area dopo l'acquisto attraverso permuta dei circa quattro mila metri quadrati a cui ne vanno aggiunti altri sei mila di giardino.
Il trasferimento in giornata
Alle 10 l'arrivo dell'ufficiale giudiziario che ha preso visione della situazione e valutato che lo sfratto poteva avvenire. D'accordo con gli ospiti il trasferimento inizierà nel pomeiggio. Alla fine tutti d'accordo. Rientrano nel trasferimento anche due persone che erano uscite dalla struttura di casa Raphael la scorsa settimana dopo che era stata chiusa l'acqua (poi fatta riaprire dai carabinieri e dai servizi sociali intervenuti appositamente). Nel mentre hanno cercato lavoro anche fuori della Liguria. Ora gli ospiti hanno tempo circa una settimana per recuperare gli oggetti lasciati all'interno della struttura. Non c'è un tempo prestabilito di permanenza negli alberghi individuati ma resteranno fino a quando non verrà trovata una soluzione individuale per ognuno idonea alla propria situazione.
All’interno ci sono circa 58 persone tra cui 14 minori
All’interno della struttura erano ospitati in tutto 14 minori su 58 ospiti. Tra loro molti stranieri: soprattutto peruviani ma c'era anche chi arriva dal Nord Africa e altri Paesi. Ci sono anche alcuni ospiti italiani bisognosi di cure mediche specifiche. In molti casi si tratta di persone che non hanno un lavoro regolare o con situazioni di fragilità. Per stare nella struttura fino a poco tempo fa hanno pagato anche una retta di circa 250-300 euro. Le associazioni a tutela degli ospiti chiedevano da tempo chiarimenti su quali sarerbbero state le strutture scelte per accogliere gli ospiti. Già dalle 8,30 in via Byron presente un furgoncino della protezione civile, i servizi sociali, la digos e i vigili del fuoco.