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Cronaca

Il legale delle famiglie delle 43 vittime fa il punto a poche settimane dalla richiesta pena dei pm. Il 13 ottobre la posizione di Castellucci
1 minuto e 34 secondi di lettura
di Michele Varì

"In questo processo a mio avviso è emerso in modo chiaro e inequivocabile la responsabilità degli imputati".

Lo dice come un dato di fatto e senza lasciare trasparire nessuna soddisfazione Raffaele Caruso (nella foto in aula con Egle Possetti e Marcello Bellasio), l'avvocato delle famiglie delle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi in una pausa del processo che vede alla sbarra 57 persone fra cui i vertici di Autostrade per l'Italia e di Spea.

Caruso, all'interno del processo in qualità di parte civile, conferma che una delle date più importanti della requisitoria iniziata in estate sarà il 13 ottobre: il giorno che i magistrati Airoldi e Cotugno parleranno delle responsabilità di Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia e non a caso lasciato per ultimo dai pm, come a chiudere il cerchio dell'indagine della guardia di finanza iniziata dopo il crollo del 14 agosto 2018.

"Poi ci saranno le richieste pene" aggiunge Caruso, che però evita di fare ipotesi sull'entità delle condanne, ma si dice ottimista per quanto emerso in aula sino a ora: "La requisitoria è stata molto ampia, con una parte generale che ha occupato la parte prima dell'estate, poi c'è stato l'approfondimento su tutte le posizioni personali degli imputati raggruppati per società, aziende e ruoli all'interno delle stesse. Oggi ad esempio ci stiamo occupando di Spea, prima ci eravamo occupati di Aspi, dai ruoli centrali alle direzioni di tronco, dobbiamo ancora occuparci di una divisione di Aspi che è l'"esercizio", cioè chi gestiva l'attività, poi si parlerà del progetto di retrofitting in cui si esaminano gli ultimi anni prima del crollo in vista del restauro che era stato programmato, ossia l'ultima possibilità di intervento per evitare la tragedia".

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