Il focus dei magistrati dell'accusa del processo Morandi su Giovanni Castellucci, l'imputato principale della tragedia del 2018, sarà l'ultimo prima della richieste pene che sancirà la fine della requisitoria.
E' l'ulteriore conferma che l'ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia già in carcere per la tragedia avvenuta nel 2013 sull'autostrada di Avellino, come emerso nei due anni di dibattimento, è ritenuto dai pm di Genova il deus ex machina di Autostrade per l'Italia, il responsabile principale della tragedia del Polcevera e l'imputato con la situazione più difficile che per questo può aiutare a riepilogare il quadro di accusa complessivo nei confronti di tutti i 57 imputati alla sbarra prima di arrivare all'attesa richiesta pene prevista entro la metà di ottobre.
Oggi alla ripresa della requisitoria Castellucci ha preannunciato altre dichiarazioni spontanee dal carcere.
Il pm Airoldi in udienza ha riepilogato le responsabilità di Mauro Malgarini, responsabile per 17 anni, dal 1994 al 2011, delle manutenzioni di Aspi, "che proprio per il tanto tempo trascorso ai vertici degli uffici - ha spiegato Airoldi - avrebbe dovuto accorgersi dopo gli interventi degli anni '90 sulle pile 10 e 11 della necessità di intervenire sulla pila 9 o quanto meno chiudere il ponte".
Fra gli errori di Malgarini anche essersi affidato alle risultanze delle prove riflettometriche e non avere tenuto conto che i manuali di manutezioni di autostrade non contemplavano un'opera unica e complessa come il ponte Morandi sorretto da pile mai controllate in modo adeguato.
Un quadro di accusa che non sorprende l'avvocato Massimo Pellicciotta, difensore di Malgarini: "Il mio assistito per vigilare sul Morandi si era affidato all'ingegnere Pisani, il massimo esperto del Polcevera, a cui aveva anche chiesto il progetto per ristrutturare la pila 9, poi realizzato, ma non per colpa sua".