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Cronaca

Dalle prime informazioni sembrerebbe che l'uomo si fosse già allontanato dall'abitazione
2 minuti e 11 secondi di lettura
di Redazione

Indagini in corso per la morte di una donna di 30 anni che nella notte è deceduta dopo essere caduta dalle scale del suo palazzo, in salita Superiore della Noce nel quartiere di San Martino.

Inutili i tentativi di rianimazione 

È successo intorno alle 2.30, quando è stato dato l'allarme da alcuni residenti del palazzo. Sul posto è intervenuto il 118 con un'ambulanza della Croce Gialla e l'auto medica Golf 1. Inutili i tentativi di rianimazione, la donna è deceduta poco dopo.  

La donna è caduta dalle scale dopo aver litigato con il fidanzato 

Sul posto anche le volanti che ora indagano sull'accaduto: la donna è infatti caduta nella tromba delle scale dopo una lite con il fidanzato, che nel mentre si era allontanato. A raccontare il litigio e poi la caduta sono stati diversi testimoni, altri residenti del civico di Salita Superiore della Noce. Sentito dagli investigatori della squadra mobile, guidati dal primo dirigente Carlo Bartelli e dal vice Federico Mastorci, il compagno della donna ha detto di essere scappato: "Abbiamo litigato, lei stava per picchiarmi e allora sono andato via. Fuori dalla porta ha urlato 'se non ti fermi mi butto'. Ma io ero già sceso". Secondo una prima ipotesi, la donna potrebbe essere inciampata mentre si avvicinava alla ringhiera.

L'autopsia sul corpo della donna nei prossimi giorni 

Il pubblico ministero Giuseppe Longo ha disposto l'autopsia che verrà eseguita nei prossimi giorni. All'esito dell'esame medico legale e dell'ascolto dei testimoni il pm deciderà se aprire un fascicolo per omicidio volontario o colposo. Il compagno ha dato il consenso al prelievo di materiale da sotto le unghie, una procedura per valutare che non vi sia stata una colluttazione prima. Sul corpo della donna, che faceva qualche lavoretto come badante, non ci sarebbero apparenti segni di violenza. Nella caduta si sarebbe anche rotta una gamba.

Sequestrate le immagini delle telecamere di videosorveglianza 

La coppia viveva in un piccolo appartamento messo a disposizione dal Comune per fronteggiare l'emergenza abitativa. Al momento della tragedia non c'erano le due figlie della coppia ma c'erano la sorella della donna e il marito insieme ai due figli. Una vicina è stata sentita dagli investigatori. "Erano circa le 2.30, ho sentito rumori dal piano di sopra. C'erano persone che correvano, sembrava che spostassero o spaccassero mobili. Ho sentito urlare un bambino o un ragazzo. Poi lei ha gridato fortissimo e ho sentito un botto". Nell'edificio ci sarebbero alcune telecamere di videosorveglianza che gli inquirenti hanno sequestrato e di cui stanno visionando i filmati per verificare il racconto del compagno.
 
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