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Cronaca

2 minuti e 12 secondi di lettura
di Annissa Defilippi
Immagine d'archivio
Trapianto di fegato salva vita per un giovane di 32 anni ricoverato in rianimazione al San Martino per un'intossicazione da cianuro. Il paziente, colpito da un’insufficienza epatica fulminante dopo aver inalato i fumi tossici di un incendio, versava in condizioni disperate. Grazie alla rete nazionale dei trapianti e alla prontezza dell’équipe medica, il giovane ha ricevuto un nuovo fegato, trapiantato con successo nella mattinata di ieri.

Trapianto salva vita

 Ora, mentre si sta lentamente risvegliando, la sua prognosi rimane riservata, con i medici che monitorano costantemente il suo stato di salute, ancora estremamente critico. L’allarme per il giovane è scattato nei giorni scorsi, quando le sue condizioni si sono aggravate rapidamente, rendendo il trapianto l’unica possibilità di sopravvivenza. Inserito in codice di super urgenza nazionale, il paziente è stato fortunato: in poche ore è arrivata la segnalazione di un fegato disponibile, proveniente da una donatrice più anziana ma con un organo giudicato idoneo. L’organo, prelevato in una struttura fuori regione durante la notte, è stato trasportato d’urgenza a Genova, dove l’équipe del Centro Trapianti del San Martino, guidata dal professor Enzo Andorno, ha completato l’intervento con successo. “Il trapianto rappresenta un passo fondamentale per dargli una possibilità di sopravvivenza – ha spiegato Andorno – senza il quale sarebbe certamente deceduto”.

L'importanza delle donazioni

 La storia di questo giovane è un potente richiamo all’importanza della donazione di organi, un gesto che continua a salvare vite anche nei momenti più difficili. “La donazione è cruciale per dare speranza a chi si trova in condizioni estreme – ha sottolineato il professor Andorno – e questo caso ne è la prova tangibile”. Nel 2024, l’Italia ha registrato un anno record per i trapianti, con oltre 4.000 interventi effettuati a livello nazionale. La Liguria si distingue, con una media superiore a quella nazionale e un trapianto eseguito ogni 3-4 giorni al San Martino, grazie alla competenza di équipe mediche e infermieristiche di altissimo livello. Tuttavia, il successo di interventi così complessi richiede un sistema sanitario solido e ben finanziato. “Anche in periodi critici come l’estate, la sanità pubblica ligure dimostra una straordinaria capacità di risposta – ha commentato il direttore del Centro – ma servono investimenti adeguati per sostenere la gestione di casi estremi come questo”. Un appello condiviso da chi, come il professor Andorno, invita a riflettere sulle priorità: “Sostenere la donazione di organi e investire nella sanità pubblica sono scelte vitali, ben più urgenti di altre spese, come quelle per gli armamenti. È così che garantiamo cure di eccellenza e sicurezza alla nostra comunità”.
 

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