Un detenuto italiano di 34 anni, con problemi di tossicodipendenza, ammesso al lavoro all’esterno in regime di articolo 21 dell’Ordinamento penitenziario, ha fatto perdere le proprie tracce dandosi alla fuga. "Il detenuto sarebbe dovuto rientrare nella Casa circondariale di via Agnesi entro le 22:30, dopo il turno di lavoro", spiega Giuseppe Giangrande, segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, "ma questo non è mai avvenuto: quindi è da considerarsi evaso ed è ora ricercato. Ora è prioritario catturarlo, ma è ovvio che questa fuga assurda avrà per lui inevitabili conseguenze penali e disciplinari: per cui farebbe bene a costituirsi quanto prima", prosegue il sindacalista.
"Evasione lampo conseguenza dello smantellamento delle politiche di sicurezza"
"Anche questa evasione lampo è la conseguenza dello smantellamento, negli anni passati, delle politiche di sicurezza dei penitenziari. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui", conclude Giangrande, per il quale "servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa".
"Va ripensato il concetto di fondo della pena alternativa"
Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, "la priorità, adesso, è catturare l’evaso, ma una riflessione va necessariamente fatta su quanto avvenuto: chi lo ha ammesso al lavoro, in base a cosa lo hanno giudicato idoneo? Va necessariamente ripensato il concetto di fondo della pena alternativa al carcere, superando l'idea che essa possa essere la conseguenza di un automatismo di legge a essa spesso connessa e non, invece, un vero e proprio istituto premiale per chi sconta la pena". Il leader nazionale del primo Sindacato del Corpo evidenzia il ruolo centrale dei Baschi Azzurri nel sistema sicurezza del Paese: "Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha dimostrato e dimostra, ogni giorno, non soltanto di costituire un grande baluardo in difesa della società contro la criminalità in termini preventivi, ma anche di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori del carcere", anche in relazione all’ampio settore dell’area penale. "Non lasciate soli le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria", conclude Capece.
Continua la caccia alle detenute evase a Pontedecimo: perquisita la cella - Leggi qui
L'episodio si aggiunge a quello avvenuto qualche tempo fa nel carcere di Pontedecimo, dove due donne, compagne di cella, hanno lasciato la struttura con il permesso di lavoro e non sono più rientrate. Le due donne erano in espiazione pena per reati contro il patrimonio, con fine pena previsto rispettivamente nel 2028 e nel 2031. Secondo le prime informazioni, l’allontanamento potrebbe essere avvenuto con il supporto di soggetti esterni.
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