Al processo per l'omicidio di Nada Cella è il giorno della criminologa barese Antonella Delfino Pesce che nel 2021 ha scoperto l'indizio dei cinque bottoni uguali a quello trovato sulla scena del delitto rinvenuti nel 1996 dai carabinieri in casa di Anna Lucia Cecere e mai rivelato dal pm alla polizia, un particolare che ha permesso di riaprire il caso del delitto avvenuto a Chiavari il 6 maggio del 1996.
La criminologa è uno dei testimoni del pm Gabriella Dotto per tentare di incastrare la donna sospettata di omicidio e il datore di lavoro della vittima, il commercialista Marco Soracco, a cui viene contestato il reato di favoreggiamento.
Nada Cella venne trovata agonizzante in uno studio di via Marsala e poi morì all'ospedale San Martino di Genova la mattina del 6 maggio. Il delitto avvenne fra le 8.50 e le 9. Cecere subito indagata dai carabinieri perché vista sporca di sangue davanti al palazzo teatro dell'aggressione, venne poi prosciolta in solo 5 giorni dal pm Gebbia, che non approfondì gli accertamenti perché - si presume - commise l'errore di essersi convinto di avere trovato l'assassino, ossia il datore di lavoro della vittima, Soracco, il primo sospettato, però poi risultato non colpevole dell'uccisione e ora indagato per favoreggiamento.
Cecere, come Soracco, si sono sempre detti innocenti respingendo tutte le accuse che gli vengono mosse.
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Processo Nada Cella, in aula la criminologa che ha riaperto il caso
Davanti alla corte di assise Antonella Delfino Pesce, la donna che nel 2021 ha trovato gli indizi che hanno permesso di riaprire il caso
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di Miv
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Martedì 06 Maggio 2025