Cronaca

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GENOVA - Secondo giorno di testimonianze al processo per il crollo di ponte Morandi a Genova che il 14 agosto del 2018 ha causato 43 vittime.

Poi è la volta della famiglia Macrì. La prima a parlare è Daniela Ghironi che arriva zoppicando: Stavamo andando in Sardegna con la famiglia, mio padre abita là. Eravamo io, mio marito, mio figlio Davide di 13 anni e anche un amico di famiglia, un ragazzo. Guidava mio marito, dovevamo imbarcarci a Livorno. Era una mattinata (...) molto (...)". La donna si ferma, fa fatica a parlare, poi riprende: "Non pensavo di riprovare queste emozioni e come se avessi chiuso tutto in un cassetto e adesso vengono fuori, scusate. Con la pioggia era un casino, all'altezza del ponte (...) i ragazzi erano dietro con valige, c'era anche il cane, io ero al fianco di mio marito. Mio marito a un certo punto ha come una sensazione strana, (sente ndr) come muoversi, un tremolio, io ero distratta. Lui ha rimproverato i ragazzi 'state fermi' invece loro erano fermi. Non si capiva niente per la pioggia, era tutto nero, offuscato. Ho cercato di fare attenzione, lui (mio marito ndr) aveva la sensazione che qualcosa non andava, dopo questo tremolio ha accelerato come per portarci via da lì. Dopo curvone per andare verso Livorno ci siamo resi conto che non c'era il ponte dietro di noi, è stato il panico. Superato il curvone mio marito si è fermato perché gli tremavano le gambe, ci siamo tranquillizzati. Lui è sceso, ho visto il buco (la famiglia Macrì è passata sul ponte poco prima del crollo ndr). Ci siamo fermati all'autogrill e ci siamo abbracciati. Non ho visto auto precipitare nel buco".

Ghironi parla delle conseguenze psicologiche di quello che ha vissuto: "Sono seguita da uno psicologo, non sono riuscita a dormire per mesi per l'ansia. Anche stare in mezzo alle persone mi faceva stare male, come se mi mancasse l'aria. Sognavo spesso di precipitare. Oggi quando piove ho una forte sensazione di malessere e inquietudine se sono per strada. Sui ponti mi viene l'ansia. Ci siamo fermati dopo il rettilineo, ci siamo resi conti quando eravamo ancora in auto".

Poi è la volta del marito di Ghironi, Diego Macrì: "Ero sulla mia macchina partivamo per le vacanze, stavo attraversando il ponte, ricordo una nuvola nera sul ponte e il brutto tempo. Avevo sorpassato da poco il camion della Basko e stavo per immettermi per Livorno. Ho sorpassato anche il camion con la bobina. C'è stato un un piccolo rallentamento, ho visto la macchina muoversi pensavo fossero i bambini dietro che giocavano (l'uomo si ferma e si mette a piangere). Dietro poi non c'era più nessuno, la macchina oscillava (...) pensavo fosse un terremoto. Ho guardato lo specchietto, non vedevo più fari, nessuno. Mi sono messo sulla corsia di emergenza, ho girato la curva e mi sono reso conto del vuoto e del buco. Ho visto il ponte spezzato. Ho superato il camion della Basko in galleria". Su questo il pm Lepri chiede una precisazione: "Ha superato il camion della Basko, quello con la bobina e poi ha sentito il tremolio?. Macrì risponde: "Sì, il tremolio l'ho sentito dopo". Macrì poi racconta le conseguenze: "Non dormivo, (...), il ritorno è stato traumatico, se devo fare viaggi lunghi sono spaventato. Se passo per ponti e gallerie (...). Sono seguito da uno psicologo da 3-4 mesi".

Quindi è il figlio della coppia, Davide Macrì, a testimoniare quanto vissuto: "Come siamo usciti dalla galleria non si vedeva niente, c'era nebbia e pioggia, sul ponte (...), ci siamo fermati più avanti, ho sentito l'auto muoversi, in auto c'era la musica, non ho sentito rumori, poi dopo la rotonda ci siamo fermati e quando ho guardato e il ponte non c'era più.  Non ho visto auto precipitare, non so se siamo stati gli ultimi a passare. Prima avevamo superato un camion, uno bianco, uno con una cisterna rossa, poi delle macchine sul ponte (...). Ho avuto problemi di ansia. A scuola (è venuto ndr) un giornale che parlava della notizia e ho raccontato cosa ho visto (...) Sono andato in ospedale a fare visita perché avevo l'ansia, ho avuto paura per la salute dei miei genitori. Ho sofferto per un anno di questi disturbi".