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GENOVA - Gli agenti del commissariato Cornigliano hanno arrestato un ragazzo di 16 anni, di origine tunisine, che in poche ore ha rapinato due persone. I fatti risalgono allo scorso 8 agosto. Prima ha scippato un anziano di 83 anni, portandogli via il borsello in via Spataro a Sampierdarena. Poi, meno di tre ore dopo, ha derubato una donna del cellulare in via Avio nello stesso quartiere.

L'anziano aveva anche tentato di inseguire il ladro, ma dopo qualche decina di metri è stramazzato in terra. Ai poliziotti ha descritto il ragazzo e gli agenti dopo aver controllato le telecamere della zona hanno visto la direzione che stava prendendo il minorenne che tre ore dopo, in via Avio, sempre a Sampierdarena, ha derubato la donna del cellulare. Agli investigatori ha detto di essere in Italia da pochi giorni e di volere tornare in Francia. 

GENOVA -Maxi furto di penne e borse griffate da un'elegante abitazione in via Frugoni, nel centro di Genova: i ladri dopo essere riusciti a entrare nell'appartamento si sono impossessati di gioielli, una collezione di penne Mont Blanc e borsette Louis Vuitton e pellicce custodite in cassaforte. Un bottino ingente di circa 60 mila euro. Inutile anche la telecamera di sorveglianza dell'appartamento collegata online: i ladri hanno rubata anche quella.

Vittima del furto un genovese che ha raccontato di essersi assentato da casa a fine agosto e di essere rientrato nei giorni scorsi trovando la porta d'ingresso forzata e la casa tutta sottosopra ad eccezione del bagno. Poi si é accorto che la cassaforte, apparentemente non forzata, era stata svaligiata di tutti gli oggetti di valore, appunto le collezioni di penne, le borse, pellicce e oggetti preziosi.

Sul furto hanno avviato le indagini gli agenti della polizia che hanno svolto i primi accertamenti con le pattuglie delle volanti e della scientifica e poi con gli esperti della sezione antifurti della squadra mobile.

GENOVA - Un panettiere è stato rapinato la scorsa notte nel quartiere di Sestri Ponente mentre lavorava nel suo laboratorio.

Secondo quanto raccontato dall'uomo agli agenti delle volanti, un ragazzo sarebbe entrato nel negozio chiedendogli da bere. Quando il fornaio gli ha allungato un bicchiere, il giovane lo ha afferrato per la maglia e strattonato.

Poi gli ha strappato via due collane che portava al collo. Il panettiere ha reagito, ma il ragazzo si è divincolato ed è riuscito a scappare a piedi. Gli agenti sono arrivati in pochi minuti senza però trovare il ladro.

Poco distante, è stata trovata in terra una delle due collane che il ragazzo ha probabilmente perso durante la fuga.

VENTIMIGLIA (IM) - Nel rimpallo delle responsabilità tra i Paesi dell'Unione Europea il cerino resta in mano a Ventimiglia: il confine tra Italia e Francia è il simbolo del fallimento nei rapporti interni al vecchio continente, incapace di fare fronte alle tensioni internazionali e alla pressione che i migranti stanno ponendo sull'Italia. 

Mentre il nostro Paese è alle prese con una delle più significative ondate di sbarchi degli ultimi anni, la Francia ha intensificato i controlli alla frontiera, di fatto blindando il suo confine nazionale. Al di qua dei valichi di Ponte San Ludovico e Ponte San Luigi, sul suolo italiano, si ammassano migliaia di migranti il cui unico obiettivo è l'ingresso in Francia. Sono in gran parte francofoni, scolarizzati con il sistema francese, nati e cresciuti in Stati in cui Parigi ha costruito la propria storia coloniale. Bambini, donne e uomini su cui Emmanuel Macron non sente di avere alcuna giurisdizione, nessuna responsabilità

Nel frattempo a Ventimiglia l'aria si è fatta irrespirabile: i migranti bivaccano senza scopo, polizia e carabinieri sono costretti a una serie di interventi in stazione, nei parchi pubblici, nella zona del cimitero e sulle spiagge: gli ultimi sono di oggi. Gli stranieri, spesso, non hanno un posto dove dormire, una situazione che in estate è sostenibile ma d'inverno diventa drammatica. 

Sullo sfondo un'Europa che continua a fare chiacchiere ma si dimostra fragilissima: ognuno pensa per sé, e Ventimiglia, così come Lampedusa, è a soqquadro. 

IMPERIA - In Liguria la Direzione investigativa antimafia ha rilevato, di recente, "la presenza pulviscolare di soggetti già riconosciuti organici alla famiglia palermitana dei Lo Piccolo". I Lo Piccolo sono legati a Totò Riina, il boss a capo dei Corleonesi, l'ala spietata della mafia.

Documentate anche le presenze di esponenti dei clan siciliani degli Emmanuello e della famiglia Galatolo-Fontana. La 'ndrangheta, però, resta l'organizzazione criminale più ramificata in Liguria. Ad aprile era stato arrestato a Genova Pasquale Bonavota, latitante ‘Ndranghetista al secondo posto della lista dei ricercati più pericolosi d'Italia stilata dal ministero dell’Interno e considerato il primo ricercato del mondo della mafia calabrese.

Bonavota e il suo legame con la Liguria: il boss arrestato in cattedrale - LEGGI QUI

"La criminalità mafiosa calabrese rappresenta il principale fenomeno criminale autoctono presente in loco con proprie articolazioni strutturate e, nello specifico, i locali di Genova e Lavagna (Genova, Ventimiglia e Bordighera, indicando nella "Liguria" una macro-area" sottoposta al controllo delle cosche calabresi qui insediate".

Per quanto riguarda la camorra, gli investigatori hanno rilevato la presenza di persone affiliate ai clan dei Casalesi, degli Zaza-Mazzarella, degli Amato-Pagano, dei D'Amico e dei Rinaldi. Nel territorio ligure operano poi diversi sodalizi stranieri, soprattutto nel traffico della droga, in particolare africani, sudamericani e dell'Est Europa. I gruppi criminali albanesi, invece, "si collocano a un livello superiore perché ben strutturati e capaci di interloquire direttamente con i cartelli sudamericani".

"È ragionevole supporre - si legge nel documento - che le mafie individuino nelle risorse del Pnrr un obiettivo di interesse primario considerando che, anche per la Regione Liguria, sono previsti il finanziamento di grandi opere e nuovi progetti".

Le mafie poi potrebbero insinuarsi nell'economia anche attraverso l'usura e l'acquisizione di piccole e medie imprese in difficoltà per la crisi energetica ed economica. "I segnali di miglioramento del quadro economico generale ed il recupero a livelli antecedenti la pandemia da Covid-19 - sottolinea la Dia - rischiano di subire una decelerazione. La crisi energetica e l'aumento generalizzato dei prezzi al consumo rischia infatti di riflettersi negativamente sia sulle imprese operanti nei settori energivori, sia sulle economie familiari, nonché sul credito ai consumatori".

"L'economia mafiosa - continua - potrebbe verosimilmente cercare nuove brecce nel sistema economico, provando ad acquisire quelle realtà imprenditoriali sane che, stante il sopravvenuto aumento dei costi fissi di produzione ingenerato dallo shock della componente energetica, venissero a trovarsi in carenza di liquidità per la prosecuzione dell'attività di impresa. Appare pertanto verosimile che il ricorso al credito abusivo possa sensibilmente incrementarsi, determinando fenomeni di carattere usurario che renderebbero agevole l'insinuazione nelle proprietà delle aziende in difficoltà finanziarie alle consorterie mafiose".

Gli investigatori antimafia ricordano ancora l'importanza dei porti liguri che costituiscono per la criminalità organizzata "snodi privilegiati per l'importazione di ingenti quantitativi di cocaina".