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Alcuni virologi catodici spediti nell’ignoto con le bombe dell’imperatore di Russia riescono ancora, qua e là, a presenziare. Meno in tv, ormai territorio predato da geopolitici purché muniti di asticella indicatrice di immani movimenti di eserciti e elefanti. Più spesso riappaiono sui giornali. Questa settimana due dei suddetti, travolti dall’inspiegabile ottimismo di molti (ma li leggono i dati della diffusione del Covid?) hanno pensato bene di prefigurare scenari pandemici apocalittici con l’arrivo delle castagne e dei porcini. Non li nomino i virologi. Il primo ha, sostanzialmente, detto quello che sappiamo tutti: che ce lo prenderemo prima o poi. Il Covid diventa endemico. E vabbé: Il secondo, per superarsi, ha preannunciato l’arrivo di varianti epsilon, zeta, eta, theta, iota, kappa dalle potenzialità insuperabili. Praticamente ti prenderai il virus anche davanti alla tv o ascoltando un contagiato alla radio o parlandogli al cellulare.

Allora che cosa fare? Ho voluto provare l’esperienza esaltante di un’ora in un grande supermercato
che, per quelli della mia età, cioè ultrasettantenni, insieme al cantiere stradale (ahimé non ce ne sono più come una volta! sostituiti da scomodissime impalcature per superbonus 110), e ai bermuda al primo sole di maggio con rigorosi sandali scalzati, è un normale passatempo della nostra generazione. Lo scopo, più che l’acquisto del vasetto di maionese, era il controllo della situazione mascherine.
Nella grande confusione governativa che ha avuto il suo acme proprio con la liberalizzazione, “sinononsomafatequellochevipare”, che cosa succede tra i banchi del fresco?

Io al supermercato vado con la mascherina Ffp2 ben sistemata su naso e bocca. Me lo prenderò lo stesso il “Coron”, ma almeno ci ho provato. E i miei colleghi d’anagrafe? Avranno liberato i loro grandi nasi imprigionati per mesi e potranno davvero starnutire sul filetto fresco di maiale ben illuminato o sulle fragole del Marocco? Saranno liberi di diffondere droplets (se mi sentisse il professor Coletti mi boccerebbe….) sui filetti di baccalà o sulle salamelle mantovane?
Lieta sorpresa. I miei coetanei al supermercato tengono la mascherina Ffp2. Tutti. Non ho trovato un/una ultrasessantenne a volto scoperto. Bravi. Più ragionevoli sicuramente anche del ministro Speranza (nomen omen!) costretto a dire che tutto va ben madama la marchesa con una faccia da esequie. Sono stato felice di essere smentito nel mio genovesissimo pessimismo. I cittadini miei coetanei hanno capito benissimo come marcia. Meno gli over cinquanta che per dna storico rifiutano quella che un tempo veniva chiama la mezza età. Pochi vaccini, risulta abbiano fatto. Poche mascherine indossano. Starnuto libero sul pecorino di Pienza. Droplets abbondante sulla testa in cassetta. Potrebbero per sfida al morbo leccare le maniglie dei carrelli e il tesserino del bancomat prima di consegnarlo al commesso. A cinquanta si può tutto e alla peggio ti fai uno spritz di Prostamol. D’altronde non ha deciso così Draghi anche per gli ultrasettantenni?
Vedremo chi ha ragione. Se i vecchi mascherati tra i banchi anche se c’è la liberta di nudo facciale o i “giovani” che bevuto quell’olio saltavano le staccionate meglio dei fratelli d’Inzeo…

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