Lasciateli pure disquisire sullo Skymetro e sui progetti alternativi che sono nel grembo di Giove, ancorchè affidati ai superprofessori del Politecnico di Milano. Mentre i milioni dei progetti e gli stanziamenti iniziali sfumano, come a Genova sono sfumati i dineros di tante opere pubbliche perdute nella notte dei dibattiti pubblici, delle diatribe politiche, come i famosi 900 miliardi della Bretella, antenata a sua volta della Gronda.
Non sanno neppure che succederà come nelle ere geologiche precedenti: anche questo Skymetro, respinto dal centro sinistra di Silvia Salis, così come prima il paper movie, il tram elettrico, la metropolitana leggera finirà disperso nella infinita notte buia della progettualità genovese.
L’antenato più illustre di una mobilità che la Valbisagno aspetta da decenni invano, quando Salis imparava a lanciare il martello e Bucci faceva il boy scout in braghe corte, è proprio una metropolitana di superficie che doveva scorrere sopra il letto del Bisagno, adeguatamente ricoperto e non solo nel tratto che conosciamo oggi, ma per intero o quasi, fino alla mitica stazione di arrivo di Struppa o forse più avanti.
Nell’anno del Signore 1987, sindaco Cesare Campart, pentapartito succeduto ai dieci anni di Cerofolini e precedente il biennio di Romano Merlo e Claudio Burlando, cavalcanti il 1992 delle Colombiane, era stato partorito una grande progetto che prevedeva la “soluzione finale” di quel trasporto, affidato al colosso Italstat, la grande azienda Iri.
Si trattava di costruire due scolmatori che mettessero il fiume- rio torrente Bisagno nelle condizioni di non nuocere più. I due scolmatori avrebbero scaricato ampiamente le piene ricorrenti e avrebbero avuto lo stesso percorso, che oggi hanno lo scolmatore del Fereggiano, tutt’ora in funzione, per grazia di Dio e di Matteo Renzi e quello del Bisagno stesso, che è lì in attesa della famosa talpa cinese, che ha fatto tre giri del mondo prima di finire incelofanata nei cantieri che la aspettano tra Genova Struppa e Genova corso Italia, terminali del suo percorso.
Il piano del 1987, studiato e preparato con tanto di legge speciale portata in Parlamento dall’onorevole Ciriaco De Mita, allora segretario Dc, futuro presidente del Consiglio e, attenzione, eletto nella circoscrizione di Genova con una botta di 90 mila voti, era stato anche finanziato con un pacco di miliardi che avrebbero permesso di costruire sia i due scolmatori che la copertura del torrente.
Dove si può passare per arrivare senza problemi da Brignole a Struppa e magari a Prato senza invadere le quattro corsie delle due strade costeggianti il fiume? L’unico spazio è proprio quello di un Bisagno coperto sul quale far correre senza ingombri mostruosi una metropolitana leggera.
Gli amministratori e i politici di allora avevano studiato a lungo il problema, copiando le soluzioni francesi, sopratutto quelle di Nizza, dove coprendo i torrenti hanno trovato spazi immensi per risolvere sia problemi di trasporto che di posteggi e non solo.
Era il 1987, fine del governo Craxi, uno dei più longevi e poi dopo una parentesi di Fanfani, sarebbe arrivato a palazzo Chigi proprio Ciriaco De Mita nel 1989.
Si trattava di una operazione colossale, che avrebbe risolto per sempre i problemi del trasporto in Valbisagno, che oggi mettono al muro le amministrazioni locali, che stanno giocando sull’ultimo progetto, appunto dello Skymetro.
E di fronte all’impossibilità di una alternativa, che ha fatto impazzire tanti sindaci e tanti assessori ( fu pensata negli anni Novanta perfino una Funivia da un gruppo di geniali architetti, poi una ovovia e oggi questa vecchia soluzione, che in parte è stata realizzata con uno scolmatore e l’altro in itinere, appare quasi miracolistica.
Chi l’aveva fermata e perché questa ipotesi non è più tornata indietro? Con i soldi in tasca e l’idea consacrata in una legge probabilmente l’opera si era incartata nelle discussioni politiche che sempre hanno affondato i progetti. Due anni dopo sarebbe successo alla Bretella, che doveva collegare Voltri a Rivarolo e per la quale c’erano già pronti 900 miliardi sul piatto e che fu stroncata dalla sinistra, che non voleva perdere consensi nel territorio che quel collegamento avrebbe compromesso con il suo passaggio.
I miliardi finirono alla Reggio Calabria-Salerno e Genova resta ancora in attesa di un’opera la cui costruzione forse avrebbe salvato il Ponte Morandi, logorato anche da un traffico per il quale non era stato costruito.
Dove sono finiti i 300 miliardi dei due scolmatori e della copertura del Bisagno? Chissà? Eravamo quasi alla vigilia di Tangentopoli……...Le lotte tra i partiti e sopratutto tra la Dc e il PSI, che si alternavano a Palazzo Chigi, erano sanguinose..
Lo scolmatore del Ferreggiano sarebbe stato bloccato proprio per timore di tangenti. Quello del Bisagno era di là dall’essere pensato, anche perché poi le grandi alluvioni del 1992 e quella del 1993 e del 1995, quasi ritmiche nella loro puntualità autunnale, erano di là da venire.
Così l’antenato dello Skymetro, il dinosauro, è rientrato nella sua foresta Jurassica. E noi siamo qui a scervellarci per capire come si possano collegare Brignole e Struppa, “stappando” la valle.
Un pezzo di Bisagno è stato coperto nel 1990, perché c’erano i Mondiali di calcio e i dintorni dello Stadio Ferraris dovevano essere attrezzati. E sopra ci hanno fatto pure una scuola….
Skymetro, funivie, ovovie, seggiovie, tram elettrici, bus elettrici, corsie preferenziali…… Nel 1987 avevano avuto l’idea giusta.
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