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Attualità

A trainare la crescita è l'occupazione femminile
2 minuti e 6 secondi di lettura
di Au. B.

Secondo i dati Istat pubblicati oggi, nel secondo trimestre del 2025 gli occupati in Liguria sono saliti a 640 mila unità, contro le 627 mila registrate nello stesso periodo del 2024.

L'occupazione femminile traina la crescita 

Un incremento del 2,1%, superiore alla media del Nord-Ovest. A trainare la crescita è soprattutto l’occupazione femminile, passata da 274 mila a 288 mila unità. Aumentano sia i dipendenti (da 490 mila a 495 mila) sia gli indipendenti (da 137 mila a 146 mila). Il confronto congiunturale però racconta una dinamica diversa: rispetto al primo trimestre del 2025, gli occupati risultano in calo di circa 11 mila unità. Guardando ai settori, emergono andamenti differenziati: Industria manifatturiera (escluse costruzioni): in flessione da 98 mila a 87 mila addetti; costruzioni: in crescita da 45 mila a 53 mila unità (+8 mila) e commercio, alberghi e ristoranti con un balzo da 127 mila a 146 mila occupati, con un aumento di 11 mila dipendenti (da 90 mila a 101 mila) e degli indipendenti (da 37 mila a 45 mila).

Maestripieri: "Segnale importante per la regione"

“Si tratta di un segnale importante per una regione che ha bisogno di rilanciare la propria identità economica e sociale. La crescita occupazionale nei settori delle costruzioni (+8 mila) e del turismo e commercio (+19 mila con un aumento dei tempi determinati grazie ai Patti sul Lavoro voluti dalle organizzazioni sindacali) evidenzia una capacità di tenuta e di adattamento del territorio. Ma non mancano le criticità. Rispetto al primo trimestre 2025 gli occupati risultano in calo di circa 11 mila unità, a conferma di una fragilità strutturale del mercato del lavoro. A questo si aggiunge la flessione dell’industria manifatturiera, che perde oltre 10mila addetti in un anno, segnalando una contrazione preoccupante di un comparto strategico” commenta Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria.

“Valutiamo con favore i segnali di crescita, ma richiamiamo l’attenzione su tre punti decisivi per la qualità e la stabilità dell’occupazione in Liguria. Contrasto al precariato: serve garantire stabilità contrattuale e prospettive di lungo periodo ai lavoratori, in particolare nei settori a forte stagionalità. Sicurezza sul lavoro: l’aumento dei cantieri e delle attività nei servizi deve andare di pari passo con un rafforzamento della prevenzione e della tutela della salute dei lavoratori. Formazione e competenze: la trasformazione dell’economia ligure richiede investimenti seri in formazione continua e aggiornamento professionale, per non lasciare indietro nessuno. La crescita dell’occupazione è una buona notizia, ma solo con lavoro sicuro, stabile e qualificato la Liguria potrà costruire un futuro di sviluppo sostenibile e inclusivo”.

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