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Attualità

In Italia dal 2016 grazie alla comunità di Sant'Egidio
1 minuto e 42 secondi di lettura
di Filippo Serio

Scappare dal proprio paese in guerra, per ricominciare una nuova vita, trovare un nuovo lavoro e crescere un figlio con disabilità in Italia.

Si potrebbe riassumere così la vita di Rima, o almeno in parte: è una mamma siriana migrata in Italia insieme al marito e al figlio disabile, grazie ai corridoi umanitari di Sant'Egidio, nel 2016: "Grazie a loro ho trovato un lavoro" - racconta a Primocanale - "Dopo due settimane che ero arrivata in Italia mio figlio è stato male, è stato ricoverato per due mesi all'ospedale Gaslini, e dopo esami vari è stato operato. Ora sono molto contenta perché nonostante la sua disabilità, studia e lavora."

Il primogenito di Rima e suo marito Khaled si chiama Abdul Naser, oggi ha 19 anni e studia al liceo scientifico. Abdul è costretto sulla sedia a rotelle da quando è nato a causa di una spina dorsale bifida, che non gli permette di camminare. Nonostante questo, sta cominciando a lavorare come cassiere di un negozio. 

Abdul Naser è nato in Siria, aveva 10 anni quando la sua famiglia è arrivata in Italia. I suoi due fratelli, una bambina e un bambino, sono invece nati in Italia. La luce degli occhi di Rima: "I miei figli vanno a scuola, io ho un lavoro. Abbiamo una casa, questo è l'importante."

Scappati dalla guerra

Prima di arrivare in Italia, la strada di Rima e la sua famiglia è stata tortuosa: "Siamo scappati perché nel mio paese c'è la guerra. Siamo andati in Libano, dove abbiamo vissuto per tre anni, successivamente mio figlio Abdul è stato male. Grazie ai corridori umanitari siamo riusciti a venire in Italia. Sono felice delle opportunità che ci ha offerto l'Italia, se fossimo rimasti in Libano o in Siria non le avremmo avute"

5mila sorrisi al Winter Park per la giornata dedicata alle persone con disabilità

Per Abdul Naser e la sua famiglia quella del 29 dicembre è stata una piacevole mattinata, al Luna Park di Ponte Parodi: "Oggi mio figlio è sereno, ha sempre il sorriso. A lui piace venire al Winter Park, e a me piace quando lui vuole fare qualsiasi cosa: lo aiuterò sempre"

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