Continua il nostro viaggio alla scoperta del gradimento di Silvia Salis e della percezione che i genovesi hanno del suo ruolo politico, presente e futuro. Dopo aver analizzato il rapporto tra il sindaco e la città, questa volta l’attenzione si sposta su un tema che va oltre Palazzo Tursi e guarda a Roma: le possibili ambizioni nazionali della prima cittadina.
Il nuovo sondaggio commissionato a Tecné fotografa una città divisa e interrogativa. Per il 36% dei genovesi, in crescita rispetto al 33% registrato a settembre, Silvia Salis avrebbe l’obiettivo di approdare sulla scena politica nazionale. Solo il 24% ritiene invece che il sindaco voglia continuare a concentrarsi esclusivamente su Genova, mentre una quota significativa, pari al 40%, sceglie di non esprimersi, segno di un tema ancora aperto e non del tutto decifrabile agli occhi dei cittadini.
Da tempo la posizione è nota, tanto che sondammo proprio a fine agosto, (dati usciti i primi di settembre) questa ipotesi caldeggiata fortemente da Renzi e Franceschini In questo senso, Silvia Salis rappresenta un indicatore delle tensioni, delle aspettative e delle difficoltà che attraversano il campo progressista.
Tra i cittadini di Genova il 45% ritiene l’ipotesi di una sua candidatura nazionale prematura e poco realistica. È una quota ampia, che segnala come una parte consistente dell’elettorato consideri forzato il salto sul piano nazionale in questa fase. Accanto a questo dato emerge però un 30% che giudica credibile una possibile candidatura. Un ulteriore 20% ritiene invece l’ipotesi reale ma giudica la sindaca non adatta a quel ruolo.
Non c’è, in questa fase, una spinta maggioritaria verso una sua investitura nazionale, ma piuttosto una disponibilità diffusa a prenderla in considerazione come una delle opzioni possibili sempre che la legge elettorale cambi, come sembrerebbe delineato, e si prospettasse uno scontro anche d’immagine tra un candidato di centrodestra, Giorgia Meloni, ed uno che il centrosinistra deve nominare.
Ma e’ noto che i 5 Stelle e Giuseppe Conte non intendano lasciare la partita in mano al Pd è proprio qui il confronto diventa ancora più significativo considerando i tre potenziali leader. Siamo a Genova il sondaggio quindi e’ ovviamente molto a vantaggio della Salis che e’ preferita, tra gli elettori del centrosinistra, come possibile candidata premier con il 48% delle preferenze, mentre Conte al 30% e la Schlein al 14%. E qui si nota come l’area degli indecisi si riduca drasticamente.
Per chiudere questa analisi abbiamo chiesto a Carlo Buttaroni, presidente di Tecne’, una sua analisi tecnica e oggettiva al di fuori di ogni considerazione locale: "È proprio dentro questo quadro che acquista un peso particolare il dato sul potenziale confronto diretto tra Silvia Salis e Giorgia Meloni. Alla domanda su chi voterebbero come presidente del Consiglio, se potessero scegliere direttamente, il 28% indica Silvia Salis e il 27% Giorgia Meloni. Una differenza di un punto percentuale che, dal punto di vista statistico, è irrilevante. Ma politicamente, quel quasi pareggio va interpretato con attenzione. Il fatto che la presidente del Consiglio riesca a ottenere un risultato sostanzialmente equivalente proprio nella città governata da una sindaca di centrosinistra, rappresenta un segnale di forza molto rilevante per la premier. La leadership di Giorgia Meloni appare solida e capace di recuperare consensi anche tra gli elettori incerti del centrodestra, offrendo al suo campo un punto di riferimento chiaro e riconoscibile. In un contesto politico polarizzato, la chiarezza della leadership diventa un fattore competitivo decisivo. Al contrario, il centrosinistra continua a presentarsi come un’area frammentata, priva di un baricentro condiviso, in cui le divisioni interne e la molteplicità delle figure in campo finiscono per indebolire chiunque tenti di proporsi come alternativa credibile".
Buttaroni continua: "Questa asimmetria pesa inevitabilmente anche sulla figura di Silvia Salis. Pur ottenendo un risultato lusinghiero sul piano simbolico, la sindaca si muove dentro un contesto politico nazionale che non agevola la trasformazione del consenso potenziale in consenso effettivo. Il problema, in questa fase, è rappresentato dalla capacità o incapacità del campo progressista di costruire una proposta politica riconoscibile e una leadership in grado di reggere il confronto con una coalizione di centrodestra compatta e guidata da una leader politicamente forte”.
Campione probabilistico di 1.001 casi, rappresentativo della popolazione maggiorenne residente nel comune di Genova. Variabili di controllo: sesso, età, istruzione professione - Estensione territoriale: territorio comunale.
Interviste effettuate tra il 22 e il 23 dicembre 2025 con metodo cati - cawi. Totale contatti: 7.232 (100,0%); rispondenti 1.001 (13,8%) - rifiuti e sostituzioni: 6.231 (86,2%). Margine di errore: + -3,1% Soggetto che ha realizzato il sondaggio: Tecnè srl - Committente: P.T.V. Programmazioni Televisive S.p.A. - II documento relativo al sondaggio sul sito: sondaggipoliticoelettorali.it o agcom.it