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Attualità

Il segretario Luca Costi: "Quello dalla Liguria verso gli States è un mercato importante che punta molto sulla qualità e sulle eccellenze dei nostri prodotti. Le aziende dovranno valutare come muoversi e se aprirsi ad altri mercati"
2 minuti e 33 secondi di lettura
di Andrea Popolano

Ore cruciali per capire cosa succederà tra Stati Uniti e Unione Europea con la minaccia dei dazi sullo sfondo che si avvicinano sempre più. La data cerchiata di rosso è quella del primo agosto. Poche ore dunque con una trattativa in corso per far scendere i dazi Usa verso i prodotti in arrivo dall'Ue dal 30 al 15%. E nel mentre Confartigianato lancia l'allarme. Secondo le analisi sono oltre 25 mila le imprese italiane che nell'ultimo triennio hanno esportato direttamente e stabilmente verso gli Stati Uniti, con un valore complessivo delle vendite che ha raggiunto 56,4 miliardi nel solo 2024. Le imprese vulnerabili sono più di 6mila.

Ma i dati della Liguria cosa dicono?

Il mercato Usa è il terzo per le esportazioni per le realtà liguri, il primo extraeuropeo. Al primo posto c'è la Francia, al secondo la Germania e al terzo proprio gli Stati Uniti. Tutto sommato la Liguria non è una delle regioni italiane più esposte ai dazi. Infatti secondo i dati elaborati dall'ufficio studi di Confartigianato il grado di esposizione sul mercato statunitense, misurato come rapporto tra le esportazioni manifatturiere sul valore aggiunto, in Italia è pari al 3,6%, con valori sopra la media in Toscana con l’export del 2024 che vale l’8,7% del valore aggiunto regionale, Emilia-Romagna con il 6,4%, Friuli Venezia Giulia con 6,0%, Abruzzo con 5,0%, Veneto con 4,3% e Piemonte con 3,8%. La Liguria si piazza solo 14esima tra le 20 regioni italiane con un export manifatturiero che si aggira intorno ai 708 milioni di euro all'anno e un valore aggiunto regionale dell'1,5%.

I dati delle province liguri

In chiave provinciale l’esposizione sul mercato statunitense più elevata si registra a Gorizia dove le esportazioni manifatturiere nel paese in esame valgono il 25,5% del valore aggiunto, seguita con un’incidenza in doppia cifra da Firenze con 15,9%, L'Aquila con 15,1%, Belluno con 14,0%, Massa-Carrara con 12,6% e Modena con 10,9%. A seguire, con un’incidenza più che doppia rispetto alla media, Arezzo con 9,8%, Latina con 9,5%, Parma con 8,8%, Asti con 8,4%, Siena con 8,1% e Reggio Emilia con 7,7%.

Genova è la prima delle liguri con un giro d'affari per quanto riguarda l'export verso gli Stati Uniti di 378 milioni e una percentuale sul valore aggiunto dell'1,4%. Subito a seguire c'è la provincia di Savona che ha un export di 226 milioni per un valore aggiunto del 2,8%. Poi La Spezia che ha invece un export di 91 milioni e un valore aggiunto dell'1,3%. Chiude la classifica provinciale ligure Imperia che ha un export di appena 13 milioni e un valore aggiunto dello 0,3%.

L'analisi del segretario di Confartigianato Liguria Luca Costi

I dazi avranno sicuramente un impatti sul mercato manifatturiero ligure che esporta negli Stati Uniti - spiega il segretario di Confartigianato Liguria Luca Costi -. Quello dalla Liguria verso gli States è un mercato importante che punta molto sulla qualità e sulle eccellenze dei nostri prodotti, è un mercato di nicchia che andrà a colpire anche loro e le aziende dovranno poi valutare come muoversi e se aprirsi ad altri mercati per sopperire al calo di export verso gli Stai Uniti".

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