Cronaca

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Non vi è ombra di dubbio, Silvio Berlusconi, negli affari è un uomo indubbiamente capace. Ha creato un impero mettendo in pratica  geniali intuizioni. Anche in politica, fin dal 1993 quando decise che doveva “scendere in campo” ha adottato un linguaggio e una proposta politica che ha suscitato, nella maggioranza degli italiani, un forte senso di speranza. Ha regalato un sogno. Nonostante tutto però, da quando nel 1994 sconfisse la “gioiosa macchina da guerra” dei Progressisti di Achille Occhetto,  nell’azione di governo sembra essere perseguitato da un iella nera. Interrotta bruscamente la prima esperienza del 1994 (esperienza carica di manifesta incompetenza politica) per il “ribaltone” della Lega Nord, rivince le elezioni nel 2001 proponendo agli italiani un rivoluzione liberista fatta di riduzione delle tasse, lavoro e benessere per tutti e poi la realizzazione grandi opere infrastrutturali. Insomma un vero e proprio “new deal rooseveltiano” Ma ecco che le ombre cupe della sfortuna si addensano su di lui. E’ l’undici settembre 2001 pochi mesi dall’insediamento, due aerei sequestrati dai terroristi colpiscono le Torri Gemelle del WTC di New York. Il mondo è attonito. Immediate sono le ripercussioni sulle economie mondiali. Le borse sono travolte, si scatena la preoccupazione di non essere più sicuri. La crisi economica blocca ogni tentativo di procedere verso la rivoluzione liberista. Iniziano le campagne contro il terrorismo internazionale. Scoppia la guerra in IRAQ contro Saddam Hussein e in Afghanistan si cercano i santuari di al-Quaeda e di Bin Laden responsabile dell’attacco alle Torri Gemelle. Conflitto qust’ultimo ancora in corso e che è costato 36 vittime tra militari italiani dall'inizio della missione Isaf, nel 2004. Nel luglio del 2001 a Genova si svolge il G8 che doveva essere una vetrina internazionale del nostro Paese (ricordiamo bene le meticolose visite del premier Berlusconi chi si occupò personalmente anche di nascondere i panni stesi in Piazza Matteotti...) e si trasforma invece per una serie di incredibili errori di valutazione, e noi lo ricordiamo bene perché asserragliati nella cittadella della stampa al Porto Antico assistemmo  ad in una serie di tragiche giornate di contestazioni che culminarono con la morte dello studente Carlo Giuliani per la quale la Corte di Strasburgo si pronuncerà nelle prossime settimane. La legislatura fu punteggiata da risse nella maggioranza tra Forza Italia, l’UDC di Follini e la cacciata, più clamorosa, di Giulio Tremonti, che fu sostituito da Domenico Siniscalco su richiesta di Gianfranco Fini allora capo indiscusso di AN, vice premier e ministro degli affari esteri. La legislatura andò avanti senza grandi slanci. Nel 2006, alle nuove elezioni politiche, con la nuova legge elettorale con il premio di maggioranza alla Camera, viene sconfitto da Romano Prodi per 24.000 voti un’inezia se pensiamo che al Senato ottenne circa 240.000 voti in più. Se non è sfortuna questa (condita probabilmente con qualche errore di troppo).  Nel 2008, dopo la crisi del Governo Prodi, che ebbe invece la fortuna di cavalcare per due anni la bolla economica con l’economia che sembrava ripartita e che vide, dopo ventiquattro anni, anche gli Azzurri del pallone vincere il mondiale in Germania 8che fortuna sfacciata) traendone linfa vitale per il suo Governo. Berlusconi rivince le elezioni del 2008 con un’altra delle sue genialate. Sale sul predellino della sua auto e a Milano in Piazza San Babila fa nascere il PDL fondendo Forza Italia con AN e proponendo agli italiani un “nuovo miracolo economico”. Ottiene una vittoria numericamente stratosferica. Alla Camera ha circa 100 deputati in più dell’opposizione. Sembra veleggiare con il vento in poppa quando nel settembre dello stesso anno, la bolla economica, cresciuta a dismisura con i “fondi sovrani” esplode in tutta la sua virulenza. Ricordiamo tutti le immagini degli impiegati della Lehman Brothers licenziati e con gli scatoloni a Wall Street. E’ la crisi economica mondiale più dura dalla recessione del 1929 e che solo oggi a quasi tre anni di distanza sembra dare, almeno per il nostro Paese timidi segnali di ripresa. Il mondo corre il rischio di una nuova recessione. I Governi intervengono con l’immissione di miliardi e miliardi di dollari o euro per salvare le banche e i risparmi dei cittadini. Le industrie a tutti i livelli cominciano a licenziare o cercare nuove forme di ammortizzatori sociali. Insomma in pochi giorni viene spazzato via il sogno berlusconiano di ridurre le tasse e del nuovo “miracolo italiano” e tutto torna in discussione. Poi l’Abruzzo la notte del 6 aprile del 2009 (a neanche un anno dall’insediamento del Governo, se non è sfortuna questa) viene sconvolto da un tremendo terremoto. Li Berlusconi da il meglio di se. Da imprenditore geniale e uomo di comunicazione sistema a tempo di record migliaia di abruzzesi nelle nuove case antisismiche. Sposta il G8 (turna) dalla Maddalena (che poi darà vita all’inchiesta sulla Protezione Civile con quello che ne consegue anche per il Ministro Scajola) a L’Aquila per coinvolgere i grandi del mondo nella ricostruzione del patrimonio artistico e culturale. Le immagini fanno il giro del mondo. Barak Obama in maniche di camicia che, con Berlusconi, visita i luoghi distrutti. Sono passati quasi due anni e politicamente oggi, marzo 2011, deve “sopportare” la minaccia del Sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente, di rassegnare le dimissioni (uffa che noia) per manifesta incapacità del Governo stesso nel gestire la ricostruzione della città il cui centro storico è ancora un ammasso di macerie. Agosto 2010 firma in pompa magna, con improbabili baciamano  ed eccessivi salamelecchi, l’accordo di amicizia Italo-Libico che costa alla collettività 5 miliardi di euro di risarcimenti per il “colonialismo” italiano ma portando commesse commerciali per le nostre imprese. Il colonnello Gheddafi viene accolto come un amico di lunga data, anzi quasi come un fratello, dimenticando che nel 1970 caccio, con ignominia, tutti gli italiani dalla Libia con la confisca dei loro beni. Gli viene concesso di incontrare duecento giovani donne a cui egli impartisce lezioni di Corano. Nel mezzo ci sono le crisi politiche con il suo alleato di sempre Gianfranco Fini e i noiosissimi dibatti sulla casa di Montecarlo (sic) che vedono impegnato addirittura il Ministro degli Esteri Franco Frattini in prima persona che fanno traballare l’esecutivo. Le fibrillazioni della maggioranza non consentono al Governo di agganciare la ripresa. Arriviamo al marzo 2011. Praticamente oggi. L’amicizia Italo-Libica viene spazzata via dalla rivolta di piazza che a febbraio sconvolge il paese. Berlusconi che, sfortuna vuole, viene sorpreso dalle vicende e per qualche giorno è spaesato e un po’ smarrito. Vede il suo “capolavoro”  in politica estera andare in frantumi come un dozzinale vaso di coccio. Iniziano i bombardamenti franco-inglesi. E’ la guerra contro la Libia di Gheddafi. Tra una polemica e l’altra con il suo alleato fedele, la Lega di Bossi, Berlusconi concede l’uso delle basi aeree italiane per i caccia-bombardieri dell’alleanza. A proposito nell’accordo di amicizia Italo-Libico si fa esplicito riferimento al fatto che l’Italia non permetterà mai l’uso delle sue basi aeree a chi vuole “aggredire il sacro suolo della Jamahiriya Araba di Libia”. Contemporaneamente alla crisi Libica esplode la polemica sul ritorno al nucleare in Italia, (un progetto ambizioso che il Governo aveva avviato con il Ministro Scajola). Poi , il diavolo fa le pentole e non i coperchi, a seguito del tremendo terremoto e il successivo tsunami in Giappone e all’esplosione della centrale nucleare di Fukuschima tutto viene rimesso in discussione e il progetto del ritorno al nucleare viene “congelato” almeno per 12 mesi. Chissà forse definitivamente ibernato. Proprio non ci voleva ‘sto terremoto e ‘sto tsunami in Giappone. Tant’è....Insomma dal 2001 in poi troppi eventi hanno congiurato contro il Silvio Berlusconi politico al di la dei suoi errori...ma orsù un po’ di comprensione chi non ne commette, se poi ci si mette anche la sfiga.... Forse Sant’Eustorgio Vescovo patrono di Arcore ha voltato lo sguardo altrove. Immaginate cosa sarebbe oggi il nostro Paese se Berlusconi avesse, come Prodi, il fattore “C”.....