Cronaca

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Una vasta truffa messa in atto tramite alcuni siti di compravendita on line, in particolar modo E-bay e Secondamano.it è stata scoperta dalla polizia che ha denunciato tre ventimigliesi. Ai clienti promettevano la vendita di articoli che, dopo il pagamento, non venivano mai recapitati. Mente dell'illecito giro d'affari era un giovane di 30 anni che accedeva alla rete da un 'internet point', utilizzando identità false o appartenenti a ignari navigatori. Gli altri due, invece, avevano il compito di riscuotere il denaro, soprattutto dagli uffici postali. I prodotti in vendita erano i più svariati: dai passeggini alle biciclette, agli articoli sportivi, ai telefoni cellulari. Prodotti dai prezzi decisamente inferiori al reale valore di mercato. Spesso si trattava di oggetti da intenditori o collezionisti. Uno dei tre indagati, ad esempio, si era specializzato nella vendita di monete e banconote antiche o rare, pescando clienti nella fitta rete dei collezionisti, ai quali poi spediva solo imitazioni o pezzi di scarso valore. Nel corso dell'indagine sono state sequestrate numerose carte prepagate, archivi informatici e oggetti falsi. Accertamenti sono in corso per identificare le vittime delle truffe, una trentina nelle ultime settimane (dallo studente allo stimato professionista) e del furto di identità. Il trentenne deve rispondere anche di sostituzione di persona e violazione della legge sulla privacy. Il sistema di controllo interno al sito E-bay veniva scavalcato con il sistematico utilizzo di identità diverse, in modo da rendere impossibile qualsiasi collegamento alla precedente truffa. Per ottenere le cosiddette 'fake identity' (false identità) l'indagato si rivolgeva agli archivi di determinati siti (uno di questi era quello che elencava gli artisti contemporanei), dai quali ricavava le complete generalità anagrafiche di persone realmente esistenti. In qualche caso, con la scusa di dover fatturare la vendita, il giovane arrivava al punto da farsi consegnare dagli stessi clienti (e future vittime) i dati fiscali che poi utilizzava per mascherare la propria identità. La parte finale della truffa consisteva nella riscossione del denaro, che l'indagato effettuava a volte in prima persona con carte di credito prepagate o più spesso utilizzando conoscenti occasionali, spesso in difficili situazioni economiche. L'illecito giro d'affari, ancora in corso di quantificazione tramite l'esame dei conti correnti degli indagati, è stimato in svariate migliaia di euro mensili. Grazie a un'elaborata attività di indagine, il giovane è stato smascherato e alla fine è stato costretto ad ammettere i propri addebiti. (Ansa)