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E sul modulo: "Deve essere adattato alla squadra"
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Il calcio di Marco Giampaolo è mille idee più una, non è  quello che prende la sua squadra e infila la fantasia dentro il freezer. Non è il tipo che vive dall’alba al tramonto con il solito schema, buttando sul tavolo una manciata di numeri e guai a chi tocca quel modulo. Lo ha dimostrato nella sua storia, dal 4-4-2 di Ascoli al 4-3-3 di Cagliari fino al 4-3-1-2 di Siena.  Sempre flessibile, vediamo la squadra e poi confezioniamo l'abito su misura.

“Le proprie idee sono buone e restano buone, ma devono essere adattate ai giocatori a disposizione”, raccontava qualche anno fa.  Lavora tantissimo sul campo, mette cuore e passione, cura ogni dettaglio. Ogni seduta di allenamento è una mini lezione di football.

“A me piace che la squadra giochi un calcio discreto e che gli venga riconosciuto, altrimenti per me è una sconfitta. L’improvvisazione è una sconfitta, non proporre niente è una sconfitta”, è questo il suo credo.  

Dalla gavetta fino al sogno di guidare la Juventus, l’occasione della Vita. Gli è andata male, ma lui è ripartito. Un passo dopo l’altro. L’anno scorso lo abbiamo visto in Lega Pro, con la Cremonese per iniziare un’altra avventura. Poi la chance di Empoli giocata alla grande. E oggi da quelle parti lui è finito a braccetto con Maurizio Sarri nella bacheca degli Indimenticabili. 

Oggi il presente si chiama Sampdoria, il  suo domani è sempre pane, calcio e fantasia.