cronaca

Dopo l'accordo con l'Ue
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"La reazione al referendum non onora l'Europa" perché gli europei sono stati "vendicativi" ma se anche l'accordo è "molto duro" darà alla Grecia tre anni ed è "migliore" di quello rifiutato il 25 giugno perché "prevede la crescita". Alexis Tsipras va in tv a parlare direttamente ai greci, mentre la sabbia nella clessidra preparata da Merkel e Schaeuble scorre in fretta.

Le prime riforme vanno approvate dal Parlamento entro la mezzanotte di oggi e dopo che ieri la giornata è stata caratterizzata da frenetiche consultazioni con i suoi e con gli (ex) oppositori di To Potami, Pasok e Nea Demokratia, dovrebbe avere i numeri per assorbire la spaccatura con l'ala radicale di Syriza.

"Non tagliamo gli stipendi e neanche le pensioni - assicura il premier - anche se indirettamente con le tasse a l'aumento dellIiva c'è un delle taglio pensioni". Tsipras rivendica la bontà del suo operato e replica alle parole, dure dell'ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis che ha accusato l'ultimo euro summit di aver portato avanti un colpèo di stato come quello dei Colonnelli nel 1967 in Grecia.

"Yanis Varoufakis ha commesso evidenti errori durante il negoziato - attacca Tsipras - benché al principio sia stato capace d'imprimere un buon ritmo: mi assumo la responsabilità". "Essere un eccellente studioso - ha aggiunto Tsipras - non significa necessariamente essere un buon politico".

"Durante l'Eurosummit ho avuto l'appoggio di Francia, Italia e Cipro", ha detto ancora Tsipras. ll provvedimento che contiene le misure richieste dall'Eurogruppo per il salvataggio della Grecia è - dunque - stato presentato in Parlamento. Secondo Kathimerini, il principale quotidiano greco, dal testo manca l'eliminazione delle baby pensioni. In tv Tsipras sostiene che saranno cancellate.

Il quotidiano scrive che nella 'lenzuolata' non ci sono perché prima è necessario un pronunciamento della Corte Costituzionale, che a giugno ha già bocciato la riforma delle pensioni fatta nel 2012 per il secondo piano di salvataggio. Il dubbio è se non sia un modo per riavvicinare l'ala radicale di Syriza, di cui non è chiara la consistenza.

Il fronte del 'no' oggi si farà comunque sentire. E' annunciata una raffica di scioperi: si fermeranno gli statali, la metro starà ferma dalle 5 alle 9 e poi forse di nuovo in giornata, le farmacie hanno annunciato una serrata contro le ventilate liberalizzazioni. Finora le proteste sono state sempre ordinate. Ma per misura precauzionale attorno a piazza Syntagma sono spuntati agenti in tenuta antisommossa.