"La sentenza" - scrive il sindacato - "dimostra che le discriminazioni sul posto di lavoro, anche in una grande azienda statale, sono ancora possibili, e che per i nuovi assunti senza art. 18 questo non varrà più: per loro basteranno un po' di soldi, e potranno solo tornare a rimpinguare il grande mondo della disoccupazione".
"Serrapica ha ricevuto giustizia" - prosegue la Fiom - "e può tornare ad essere un lavoratore con piena dignità abbandonando il suo attuale stato di disoccupato, sperando che le statistiche governative non lo considerino un nuovo assunto".