
“Immaginate un terremoto – racconta – i problemi sono gli stessi ma le macerie sono a sette, otto metri sott’acqua, e quindi ci sono problemi di visibilità, di pressione, servono proiettori particolari. E poi bisogna garantire la sicurezza del sommozzatore che scende in profondità come un palombaro, quindi senza bombole e boccaglio, anche poter comunicare con l’operatore a terra tramite una ricetrasmittente”.
IL COMMENTO
Che difficile guidare a Genova strozzata dalle soste in doppia fila
Che l'inse, perché la ribellione parte sempre da Genova?