
Il tema del progetto dello skymetro al centro del dibattito a Genova. L'ex vicesindaco facente funzioni e oggi consigliere comunale d'opposizione Pietro Piciocchi risponde al commento dell'editore di Primocanale Maurizio Rossi dal titolo: "Skymetro: vinca Genova e non le strategie poliche".
Riceviamo e pubblichiamo:
Intervengo a proposito del contributo che Maurizio Rossi ha voluto dare sul tema dello Skymetro e lo ringrazio anzitutto perché offre agli esponenti politici che hanno vissuto questa vicenda di esprimersi pubblicamente attraverso questo sito.
La premessa del breve ragionamento che voglio proporre è che condivido pienamente l'analisi dell'editore di Primocanale circa il fatto che le istituzioni - nella fattispecie Comune, Regione e Stato - devono collaborare per il bene dei cittadini a prescindere dalle diverse appartenenza politiche.
Questo discorso, astrattamente ineccepibile, richiede però di essere declinato in concreto per misurarsi con alcuni dati tecnici di fondo dai quali non si può prescindere se si vuole arrivare ad un giudizio oggettivo della situazione. Anche perché, se può valere qualcosa la mia esperienza di otto anni nella giunta comunale di Genova, posso dire di non avere mai visto governi non supportare gli enti locali quando c'è la chiara volontà di spendete i soldi e di fare le cose, a prescindere dai colori politici.
Ebbene, nel caso di specie ci troviamo con un finanziamento vincolato dalla legge alla realizzazione dello Skymetro, finanziamento che fa parte di un più generale coacervo di risorse che lo Stato ha assegnato ad alcuni grandi Comuni italiani per la realizzazione di opere di trasporto rapido di massa con un decreto risalente al 2022.
Ci sono voluti quasi tre anni per arrivare in fondo ad un progetto oggettivamente molto complesso, privo di alternative altrettanto efficaci, un progetto che ha richiesto plurime interlocuzioni con il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici: un tempo - lasciatemi dire - del tutto fisiologico nel nostro Paese per l'approvazione di progetti di questa entità. E lo dimostra il fatto che gli altri Comuni beneficiari delle risorse sono più o meno nella stessa situazione di Genova.
A me pare evidente che se la nuova giunta comunale di Genova intende realizzare una diversa infrastruttura abbia tutto il diritto di poterlo fare ma è evidente che in questo caso si deve ripartire da zero, con tempi presumibilmente non brevi, e allora vanno chieste e trovate altre risorse, cosa peraltro possibilissima. Ma una decisione chiara l'amministrazione la deve prendere.
La questione della proroga è un finto problema. Con il decreto legge approvato il 30 giugno, il Governo ha chiarito infatti che non concederà più proroghe di nessun tipo perché i Comuni che non rispettano le scadenze potranno comunque continuare ad usufruire delle risorse non impegnate, che confluiscono in un nuovo fondo unico, purché rinnovino la volontà di realizzare l'opera e forniscano un nuovo programma.
Traduzione: se anche il Comune di Genova non aggiudica i lavori dello Skymetro entro il prossimo 30 dicembre può lo stesso continuare a beneficiare delle risorse, purché, beninteso, manifesti la volontà di andare avanti.
Ecco allora che il tema non è più tecnico - la mancata proroga - ma diventa tutto politico: la Sindaca, in altri termini, non potrà più dire, come ha fatto ieri, che non può fare lo Skymetro perché non ha la proroga ma dovrà dire che non fa lo Skymetro perché non lo vuole, cosa che è ben diversa! Troppo facile, d'altra parte, levare le castagne dal fuoco dando la colpa a chi c'era prima.
Non è così che funziona perché, appunto, quello della proroga è un finto problema. Esattamente come quello della demolizione dell'Istituto Firpo perché ancora ieri il Vice Ministro Rixi ha confermato la disponibilità ad aiutare il Comune a trovare le risorse che mancano per costruire la nuova scuola.
Ecco perché, in definitiva, l'amministrazione di Genova deve prendere una posizione chiara anche attraverso atti formali che fino ad oggi sono mancati, assumendosi tutte le responsabilità del caso, come del resto abbiamo sempre fatto noi, anche a costo di commettere errori e senza dare colpe ai terzi. Mi hanno insegnato nella vita che non c'è peggiore decisione di una non decisione e il compito della politica è proprio quello di decidere.
Chiudo osservando che la collaborazione leale tra istituzioni che giustamente invoca Maurizio Rossi richiede trasparenza e chiarezza di fondo sulle reciproche scelte perché, diversamente, sono parole al vento.
Ebbene, come consigliere comunale di opposizione, ma prima ancora come cittadino, non mi resta che auspicare che la nostra Sindaca si assuma le sue responsabilità senza cercare capri espiatori e - aggiungo - faccia la sua parte fino in fondo perché, stante l'importanza della posta in palio, credo che avrebbe dovuto occuparsi direttamente lei della questione affrontandola in sede politica con il Ministro, senza pensare di risolverla mediante un incontro tecnico tra il sempre dinamico Vice Sindaco e un funzionario ministeriale.
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IL COMMENTO
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