
"Sto pensando a qualcosa su Enzo Tortora. Mi interessa perché è un personaggio in qualche modo tragico che mi permetterebbe di parlare anche della televisione di cui fu un protagonista assoluto ottenendo un successo straordinario". E' quanto aveva rivelato a Primocanale un paio di anni fa il regista Marco Bellocchio, uno dei grandi Maestri del cinema italiano, e adesso il suo progetto si è realizzato: le prime due puntate di Portobello, serie tv dedicata al grande presentatore genovese e al drammatico episodio che ne condizionò l'esistenza (“gli è rimasta una ferita che penso non si sia mai rimarginata” sottolineava il regista in quell'intervista) verranno presentate in anteprima alla prossima Mostra di Venezia che si svolgerà al Lido dal 27 agosto al 6 settembre.
Il dramma
Interpretato da Fabrizio Gifuni ricostruisce una delle pagine più nere della giustizia italiana. Alle quattro di notte del 17 giugno 1983 Tortora veniva arrestato con l'accusa di traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico. A colui che aveva condotto per anni con stile ed eleganza la Domenica sportiva portando poi Portobello nelle case di ventisei milioni di italiani non venne risparmiato nulla, compresa l'umiliazione di essere mostrato in manette davanti agli scatti dei fotoreporter e alle telecamere di quella tv di cui era stato uno dei padri fondatori, immagini che fecero il giro del mondo.
Le accuse
Le accuse si basavano sulle dichiarazioni di alcuni pregiudicati tra cui quelle del camorrista Michelangelo D'Agostino, un pluriomicida soprannominato il killer dei cento giorni, e quelle, rivelatesi poi false, di Giuseppe Margutti, un pittore già pregiudicato per truffa e calunnia, e della moglie Rosalba Castellini che dichiararono di averlo visto spacciare droga negli studi di Antenna 3 Lombardia. Gli elementi 'oggettivi' si fondavano esclusivamente su un'agendina trovata nell'abitazione di un altro camorrista, Giuseppe Puca detto O'Giappone, recante scritto a penna un nome che appariva essere inizialmente quello di Tortora, con a fianco un numero di telefono. In realtà, dopo una perizia calligrafica il nome risultò di un tale Tortona e neppure il recapito telefonico era del presentatore.
Le conseguenze
Il 17 gennaio 1984, dopo 271 giorni di carcerazione, gli vennero concessi gli arresti domiciliari ma il 17 settembre 1985 venne condannato a dieci anni di carcere. Nonostante fosse stato eletto eurodeputato nelle liste del Partito Radicale nel dicembre di quell'anno si dimise rinunciando all'immunità per tornare agli arresti domiciliari. La sua innocenza fu dimostrata e riconosciuta il 15 settembre 1986, quando fu assolto con formula piena dalla Corte d'appello di Napoli con sentenza confermata l'anno successivo dalla Corte di cassazione. Tortora tornò in tv a presentare Portobello il 20 febbraio 1987 (è rimasta famosa la frase con cui aprì la prima puntata: 'Dove eravamo rimasti?') ma quella seconda esperienza non andò avanti per molto perché – così disse chi lo conosceva bene – dopo quanto vissuto 'non aveva più voglia di sorridere'. Morì a soli 59 anni il 18 maggio 1988 stroncato da un tumore polmonare.
Guarda
l'intervista a Marco Bellocchio
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