Cronaca

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Per la donna è scattato il codice rosso, denunciate due persone per falsificazione
1 minuto e 42 secondi di lettura
di Annissa Defilippi

Un intervento delle volanti per una lite domestica si è trasformato in un’operazione che ha portato alla scoperta di un laboratorio per la produzione di patenti di guida false. Tutto è iniziato la mattina del 2 giugno, quando gli agenti sono intervenuti a Sampierdarena, a seguito della segnalazione di una donna, 30enne, che denunciava di essere stata aggredita dal fidanzato e di essersi rifugiata a casa di una vicina.

Ritrovamento di documenti falsi

Durante la fuga, la donna, in preda al panico, ha afferrato per errore, oltre alla propria borsa, una serie di documenti che si sono rivelati compromettenti. Una volta in salvo, ha mostrato agli agenti ciò che aveva involontariamente portato con sé: sei patenti di guida spagnole, una patente italiana e un permesso di soggiorno spagnolo, tutti risultati falsi. Questo ritrovamento ha immediatamente insospettito le forze dell’ordine, che hanno deciso di approfondire la vicenda.

Perquisizione e sequestro

Gli agenti hanno così proceduto con una perquisizione domiciliare nell’appartamento del fidanzato, dove sono stati sequestrati computer e chiavette Usb a lui in uso, presumibilmente utilizzati per la creazione dei documenti contraffatti. Le indagini hanno permesso di risalire a uno degli intestatari delle patenti false, il quale ha ammesso di aver acquistato il documento per tremila euro da un conoscente, spinto dall’urgenza di ottenere una patente di guida. Anche questo materiale è stato posto sotto sequestro.

Denunce e codice rosso

Parallelamente, per la lite domestica è stato attivato il protocollo “codice rosso”, previsto nei casi di violenza di genere, e sono state denunciate due persone per il reato di ‘falsità materiale commessa da privato’: il cliente che aveva acquistato la patente falsa e l’intermediario coinvolto nella compravendita. L’operazione ha così messo in luce un’attività illecita ben strutturata, che sfruttava la produzione di documenti falsi per alimentare un mercato nero. Le indagini proseguono per accertare l’entità del giro di falsificazione e individuare altri soggetti coinvolti.

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