La musica dei Pink Floyd per l'ultimo saluto allo chef Stefano Di Bert

E' sulle note di Confortably numb dei Pink Floyd che il feretro di Stefano De Bert, storico chef dell’Antica Hostaria Pacetti di Borgo Incrociati, Master of the house del Circolo Tunnel e di Villa dello Zerbino e per anni, con la sua società di catering Sapore Maestrale, punto di riferimento a Terrazza Colombo, ha lasciato la chiesa di Santa Zita dove questa mattina si sono svolti i suoi funerali. Sono stati in tantissimi - tra loro anche lo chef stellato Ivano Ricchebono - a stringersi intorno alla moglie Francesca e al figlio Luca a sottolineare quanto fosse amato da amici e colleghi, tutti con gli occhi lucidi. "Sempre pronto a dare una mano a tutti, chiunque fossero, se ce n'era bisogno": così l'ha ricordato Francesca con la voce rotta dall'emozione in un breve discorso ("vedo se ci riesco", ha esordito) alla fine della cerimonia, concluso con gli applausi di tutti, gli stessi applausi che avevano accolto la bara al suo ingresso in chiesa.

E' stata una morte improvvisa e inaspettata dopo una breve malattia, quella di Stefano, a soli sessant'anni: una persona che nella cucina aveva trovato il suo percorso e la sua ragione di vita, un punto di riferimento che ha saputo coltivare con passione e umiltà. Genovese d'adozione (nato curiosamente a Monfalcone come Gino Paoli), amante del mare e della vela, al di là del suo lavoro è sempre stato vicino alla città anche nei momenti più difficili, come quelli delle alluvioni che colpirono Genova e soprattutto Borgo Incrociati dove è ancora ricordato con gli stivaloni in mezzo al fango, a spalare prima il suo locale e poi a dare una mano a quelli vicini. E l'affetto che si è pazientemente conquistato in tanti anni gli è stato restituito oggi da tutti i presenti che hanno vista riflessa la propria tristezza nel volto e negli occhi di chi stava loro accanto. Per un attimo, prima di riprendere il cammino di sempre, compagni nel dolore e uniti dalla sofferenza per la scomparsa di Stefano.

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