
Aumenta il numero di incidenti mortali in Liguria e sulle autostrade liguri si muore di più. I dati Istat relativi al 2024 hanno evidenziato un aumento degli incidenti mortali del 12,7%. Da un anno all'altro infatti gli incidenti mortali sono passati dai 55 del 2023 ai 62 registrati nell'ultimo anno.
In Liguria basso tasso di mortalità
Per quanto riguarda il tasso di mortalità la Liguria (incidenti mortali ogni 100 mila abitanti) la Liguria non è tra le regioni con il tasso più elevato, anzi. Al primo posto a pari merito ci sono Sardegna e Umbria (tasso al 7,2%), a seguire la provincia autonoma di Trento (7%), Abruzzo (6,8%), Puglia (6,2%), Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna (6,1%), La provincia autonoma di Bolzano e la Basilicata (6%), Valle d'Aosta (5,7%), Lazio (5,6%), Veneto (5,5%), Calabria (5,2%), Toscana (5,1%), Sicilia (5%), Marche (4,9%), Campania (4,7%), Liguria e Molise (4,1%), Piemonte (4%) e chiude la classifica la Lombardia (3,8%).
Gli incidenti a Genova
E Genova? Tra le grandi città italiane è quella che ha il tasso di mortalità più basso dopo Torino. La capitale del Piemonte ha un tasso dell'1,9% mentre Genova del 2,3%. Altre città mostrano valori decisamente più alti come ad esempio Messina (tasso di mortalità al 6%) o Verona (5,1%). Per quanto riguarda le altre città: Milano (2,8%), Roma (4,9%) Firenze (3,9%), Napoli (3,8%), Bologna (2,8%).
Nel 2024 nelle strade urbane genovesi si sono verificati 3.607 incidenti (nel 2023 erano stati 3.412) con 10 vittime. Rispetto al 2023 il numero di incidenti è aumentato e le vittime sono diminuite (nel 2023 erano state 12). Per quanto riguarda le strade extraurbane a Genova nel 2024 gli incidenti sono stati 265 (+9 rispetto al 2023) con 3 vittime (nel 2023 c'era stata una vittima).
Aumentano gli incidenti in autostrada
La Liguria è la Regione italiana con la più alta percentuale di morti in incidenti stradali lungo le autostrade rispetto al totale: 13 su 62 vittime del traffico nella Regione durante il 2024 si sono registrate lungo la rete ad alta velocità, pari al 21%, la quota restante è avvenuta nelle strade urbane o extraurbane.È il dato emerso da un'analisi dell'Istat sull'incidentalità stradale in Italia.Dei 3.030 morti in incidenti stradali in Italia nel 2024, 256 sono avvenuti in autostrada, pari all'8,4% del totale.Nessun guidatore è morto in autostrada nel corso dell'anno in Valle d'Aosta, Molise e Sardegna.Al secondo posto tra le Regioni più pericolose per quanto concerne la viabilità ad alta velocità c'è la Sicilia, dove 30 decessi su 240 sono avvenuti in autostrada pari al 12,5%, seguita dal Friuli Venezia Giulia con 9 su 73 pari al 12,3% e dalla Toscana con 23 morti su 188 pari al 12,2%. A ruota la Campania con 27 morti in autostrada su 261 totali pari al 10,3%, la Lombardia con 39 su 383 pari al 10,2%, l'Emilia Romagna con 27 su 273 pari al 9,9%, il Piemonte con 16 su 171 pari al 9,3%, il Trentino Alto Adige con 6 su 70 pari allo 8,5%, la Calabria con 7 su 96 pari al 7,3%, il Lazio con 23 su 319 pari al 7,2%, le Marche con 5 su 72 pari al 6,9%, l'Abruzzo con 6 su 86 pari al 6,9%, l'Umbria con 4 su 62 pari al 6,4%, il Veneto con 15 su 269 pari al 5,6%, la Basilicata con uno su 32 pari al 3,1% e la Puglia con 5 su 241 pari al 2,07%.
Auto e moto i mezzi più coinvolti
Secondo l'analisi Istat per quanto riguarda gli incidenti mortali nella maggior parte dei casi questi si sono verificati nelle auto (1.252), a seguire i motocicli (830), i pedoni (470). Valori decisamente minori per quanto riguarda gli incidenti mortali che hanno visto coinvolti i ciclisti (165) e i guidatori di mezzi pesanti (peso maggiore di 3,5 tonnellate) (96), per quanto riguarda le vittime di autocarri (peso minore di 3,5 tonnellate) sono state 50.
Nella maggior parte dei casi le vittime sono uomini
La distribuzione per genere delle vittime conferma lo svantaggio nettamente maschile anche nel 2024, in particolare per i conducenti, tra i quali la percentuale di uomini raggiunge l’89,1%; tra i passeggeri la quota si ferma al 51,2% (48,8% femmine). Per i pedoni, infine, le quote sono pari a 61,9% per gli uomini e 38,1% per le donne. Nel complesso, gli utenti più vulnerabili rappresentano il 51,8% dei morti sulle strade (50,0% nel 2023,
49,3% nel 2022, 50,9% nel 2021 e 51,4% nel 2020.
L'analisi a livello nazionale
L'analisi a livello nazionale evidenzia nel 2024 si contano 165.683 conducenti infortunati, morti o feriti, e 151.682 incolumi, per un totale di 317.365 conducenti coinvolti in incidenti stradali (230.067 uomini, 72,5% e 87.298 donne, 27,5%). I deceduti sono stati 2.175 (1.939 uomini, 89,1% e 236 donne, 10,9%). Nel complesso, i conducenti feriti sono più numerosi in corrispondenza delle età 20-24 e 25-29 anni (circa il 21% sul totale), mentre le vittime si concentrano nelle classi 50-54, 55-59 e 60-64 anni (9% per ciascuna classe per un totale di 576 morti). I giovani tra i 20 e 24 anni rappresentano l’8,4% dei conducenti deceduti. I conducenti deceduti tra i 70 e 79 anni rappresentano l’11% del totale dei conducenti vittime in incidenti stradali. Gli incolumi sono prevalentemente 45-54enni.
I conducenti di autovetture e autocarri nel complesso rappresentano, infatti, il 90,2%, del totale degli incolumi e il 54,5% di morti e feriti, mentre per le due ruote a motore gli incolumi pesano per il 3,7% e gli infortunati per il 31,7%, per le biciclette (esclusi i monopattini) rispettivamente lo 0,7% e il 10,0%. I conducenti di monopattini, infine, rappresentano lo 0,2% del totale degli incolumi e il 2,2% degli infortunati. Con riferimento alle età dei conducenti, i più coinvolti in incidente sono le donne e gli uomini di 20-24 anni e di 50-54 anni tra quelli di cittadinanza italiana, gli uomini di 25-44 anni e le donne di 30-54 anni tra i cittadini stranieri.
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