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Da Genova a Taranto, il pensiero per le donne pugliesi: "anche loro combattono per la salute"
2 minuti e 20 secondi di lettura
di Aurora Bottino

Hanno riempito la sala ma anche le scale del centro civico di Cornigliano di via Narisuto, che presto prenderà il nome di Leila Maicco, una delle fondatrici del comitato che lottò per la chiusura dell'altoforno dagli anni 80 al 2005. I cittadini non si sono tirati indietro: più di duecento persone hanno raggiunto la villa per parlare del forno elettrico, ipotesi svelata dal piano di decarbonizzazione del Governo nei giorni scorsi che vuole rendere autonomo l'impianto genovese da quello di Taranto. Una notizia che ha subito infiammato gli animi dei corniglianesi ma soprattutto delle Donne di Cornigliano che, nel giro di qualche giorno, hanno deciso di organizzare l'incontro.

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A parlare per prima è stata proprio l'organizzatrice, Patrizia Avagnina, compagna della compianta Leila e cofondatrice del comitato. Agguerrita, ha esposto i suoi dubbi sull'ipotetico ritorno della produzione caldo nello stabilimento di Ex Ilva, "in linea d'aria a 200 metri dalle case". Poi il pensiero alle donne di Taranto, "anche loro combattono per il lavoro pulito, per la salute". 

I dubbi dei residenti sono tanti. Inquinamento, lavoro, quegli spazi che gli erano stati promessi, le emissioni. "La domanda che credo però che debba uscire è "chi paga?"" ha detto Avagnina. "Oltre a dire no vorrei sapere chi è che pagherebbe. Se capiamo chi paga capiamo cosa c'è dietro, cosa di cui io ho molta paura", che ha poi aggiunto: "L'obbiettivo di questa assemblea è far capire alla sindaca Salis che Cornigliano non vuole questo forno e convincerla a non firmare questo accordo con il ministro Urso. Proprio ieri la prima cittadina ha incontrato insieme al presidente di Regione Liguria Marco Bucci, fin da subito più accogliente verso l'idea rispetto a Salis che, invece, ha detto più volte di volerci "capire di più".

I dubbi sul quarto forno previsto proprio a Genova

La parola è poi passata al neo presidente di Municipio, Fabio Ceraudo del Movimento Cinque Stelle, che ha criticato la decisione del Governo di "fare un accordo di programma per Taranto e inserire un forno elettrico a Genova, dimostra il poco interesse che c’è per la nostra città. La centralità di un’operazione di questo genere non può avere questo percorso, hanno fatto cascare come al solito le decisioni dall’alto ha continuato Ceraudo -. Decisioni che ad oggi qualcuno ha già proclamato fossero portate avanti da tempo come il ministro Urso, il viceministro Rixi ma anche il presidente della Regione". Al centro del dibattito anche l'acquirente, "Baku si è infatti tirato indietro, parliamo di un programma senza nessun tipo di coperture".

L'assemblea nel centro civico di Cornigliano

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