
Secondo l'ultimo report dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) in Liguria la produzione regionale di rifiuti speciali si attesta a poco più di 3 milioni di tonnellate e rappresenta l’1,8% del totale nazionale. L’89,8% (circa 2,7 milioni di tonnellate) è costituito da rifiuti non pericolosi mentre il 10,2% (circa 310 mila tonnellate) da rifiuti pericolosi. Le principali tipologie di rifiuti prodotte sono rappresentate dai rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (61,4% della produzione regionale totale) e da quelli derivanti dal trattamento dei rifiuti e delle acque reflue (24,5%). In Liguria circa un 40% di rifiuti pericolosi è rappresentato dal trattamento di rifiuti e risanamenti e reti fognarie mentre il 18% è frutto delle attività delle industrie chimiche, mentre poco meno.
Quali sono i rifiuti pericolosi
La lista di rifiuti pericolosi è lunga: rientrano in questa categoria: batterie e accumulatori esausti che contengono metalli pesanti e sostanze corrosive; oli esausti: altamente inquinanti per suolo e acqua; solventi chimici: spesso infiammabili, irritanti o tossici; farmaci scaduti: possono contaminare l'ambiente se non smaltiti correttamente; materiali contenenti amianto: fibre cancerogene, vernici, inchiostri e adesivi con sostanze pericolose, rifiuti derivanti da attività sanitarie e veterinarie (es. siringhe, garze contaminate); alcuni tipi di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) contenenti sostanze pericolose; prodotti agrochimici (pesticidi, fertilizzanti) contenenti sostanze pericolose.
Liguria prima in Italia per percentuale di rifiuti pericolosi sul totale dei rifiuti speciali prodotti
Il 10,2% del totale mette la Liguria al primo posto tra le regioni per percentuale di rifiuti pericolosi prodotti all'interno della regione rispetto al totale di rifiuti speciali prodotti. A livello di tonnellata la regione che produce i maggiori quantitativi è la Lombardia, con 3,3 milioni di tonnellate, corrispondenti al 9,3% del totale di rifiuti speciali prodotti a livello regionale, ed al 46,5% dei rifiuti speciali pericolosi del Nord (circa 7,1 milioni di tonnellate). Numeri ben superiori alla quantità che viene prodotto in Liguria (310 mila tonnellate).
Segue per quantitativi prodotti il Veneto con oltre 1,1 milioni di tonnellate (6,5% del totale regionale), che rappresentano il 15,9% del totale di rifiuti pericolosi del Nord, il Piemonte (995 mila tonnellate, 7,3% del totale regionale e 13,9% della macroarea) e l’Emilia-Romagna (982 mila tonnellate, 6,9% del totale regionale e 13,7% della macroarea). Al Centro, il Lazio e la Toscana producono, rispettivamente, circa 494 mila tonnellate (4,8% del totale regionale) e 416 mila tonnellate (4%) di rifiuti pericolosi, pari al 40,2% e al 33,8% del totale prodotto dalla macroarea geografica (1,2 milioni di tonnellate). Al Sud la Campania, la Puglia e la Sicilia sono le regioni che presentano i valori maggiori di produzione dei rifiuti pericolosi, corrispondenti rispettivamente a 443 mila, 387 mila e 324 mila tonnellate, con valori percentuali pari al 24,5%, 21,4% e 18% del totale prodotto da questa macroarea (1,8 milioni di tonnellate) e al 4%, 3,8% e 3,4% del totale regionale.
Il recupero dei rifiuti pericolosi
Il recupero di materia (da R2 a R12) è la forma prevalente di gestione cui sono sottoposti poco meno di 2,1 milioni di tonnellate di rifiuti e rappresenta il 67% del totale gestito. In tale ambito, il recupero di sostanze inorganiche (R5) concorre per il 62% al recupero totale di materia. Residuale è l’utilizzo dei rifiuti come fonte di energia (R1), pari a 21 mila tonnellate (0,7% del totale gestito). Complessivamente sono avviati a operazioni di smaltimento (da D1 a D14) quasi 632 mila tonnellate di rifiuti speciali (20,5% del totale gestito): poco meno di 385 mila tonnellate (12,5% del totale gestito) di rifiuti sono smaltite in discarica (D1), poco meno di 247 mila tonnellate (8% del totale gestito) sono sottoposti ad altre operazioni di smaltimento (D8, D9, D13, D14) quali trattamento chimico-fisico, trattamento biologico e ricondizionamento preliminare.
La quantità di rifiuti speciali avviati ad incenerimento (D10) sul territorio regionale è nulla, non risultando operativo alcun impianto di incenerimento per rifiuti speciali nell’anno considerato. La messa in riserva a fine anno (R13) prima dell’avvio alle operazioni di recupero, ammonta a circa 358 mila tonnellate (11,6% del totale gestito), il deposito preliminare (D15) prima dello smaltimento interessa poco più di 10 mila tonnellate (0,3%). Infine, va rilevato che i rifiuti speciali esportati sono poco più di 85 mila tonnellate, di cui quasi 59 mila tonnellate di rifiuti non pericolosi e poco meno di 27 mila tonnellate di pericolosi; mentre i rifiuti speciali importati sono 24.016 tonnellate, costituiti completamente da rifiuti non pericolosi.
Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsApp, Facebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook
IL COMMENTO
Salis & Bucci uniti per rilanciare anche le nostre eccellenze mediche
La favola della lumaca e della talpa che non diverte bambini e grandi a Genova