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I blucerchiati si godono la salvezza al playout con la Salernitana. Ma il futuro della panchina è ancora tutto da scrivere: pista De Rossi
4 minuti e 24 secondi di lettura
di Marco Bisacchi

Il momento forse più emozionante - nella notte di Salerno che regala alla Sampdoria la salvezza al playout dopo la stagione più difficile dell'intera storia del club blucerchiato - è l'esultanza a fine gara di Chicco Evani, Attilio Lombardo e Giovanni Invernizzi sotto la curva dei tifosi doriani. Lo staff "manciniano", pur tra mille difficoltà e anche grazie a un pizzico di buona sorte (la penalizzazione del Brescia che ha riscritto la classifica), è riuscita a cancellare una retrocessione in C che sarebbe stata una macchia indelebile per la Sampdoria, riuscendo a riscrivere il finale di un film sportivamente drammatico.

Il futuro di Evani

La domanda però ora è d'obbligo. La Sampdoria ripartirà ancora da Evani e dal suo staff nella nuova stagione? Non è un mistero che i blucerchiati stiano pensando anche ad altri profili, come quello di Daniele De Rossi, peraltro anche lui ex componente dello staff della nazionale azzurra di Mancini. "La mia testa e il mio cuore era quello di riuscire a dare un contributo per arrivare alla salvezza - dice Evani - C'erano sei partite. Sono venuto con tanta voglia. Anche se la situazione era molto complicata, molto difficile. Abbiamo incontrato Cremonese, Juve Stabia e Catanzaro che hanno fatto i play off, due scontri diretti con Carrarese e Salernitana. Per quel che mi riguarda, io ci metto anima e cuore. Per il resto non spendo energie. Sono valutazioni che spettano ad altri. Sono contento di aver dato il mio contributo per questa impresa".

Ma Evani rimarrebbe alla Sampdoria? "Se la stessa proposta fosse arrivata da una squadra che non era la Sampdoria, sapendo le difficoltà che avrei incontrato, non so se l'avrei accettata. Qui ci ho passato 4 anni, conosco il valore della società, conosco l'affetto dei tifosi. Chiaro, chi è che non vorrebbe allenare una squadra come la Sampdoria?" risponde lo stesso mister doriano che forse, per la prima volta, fa capire come la sua volontà possa anche essere quella di restare a Genova per costruire qualcosa di diverso dopo questa salvezza raggiunta in extremis dopo i tanti errori di una stagione da horror.

Il successo di Salerno

Poi la vittoria di Salerno, tutt'alto che scontata peraltro in un clima fin troppo acceso. "Dopo la vittoria di domenica scorsa non era semplice ripetersi - dice Evani - in un campo difficile come Salerno, contro una squadra forte. I ragazzi si stavano allenando molto bene e duramente da oltre un mese. Erano convinti, hanno fortificato lo spirito del gruppo. Anche quando non c'era quel grande ordine, siamo riuscito a sopperire col sacrificio di tutti".

Quali sono le corde, da sampdoriano vero, che ha toccato Evani insieme al suo staff per riaccendere una squadra spenta? "Quello che è successo prima del mio arrivo non lo commento. Da quando sono arrivato ho avuto dal primo giorno la disponibilità dei giocatori. Era un gruppo pessimista, depresso, impaurito. Si sa che le paura blocca le gambe, il pensiero. Non rendevano per i loro reali valori. Io non sono nè un mago nè un santo. Sono solo riuscito a tirar fuori da ognuno di loro queste qualità, soprattutto moltiplicandole per undici. E' venuto fuori uno spirito di squadra importante. Ci siamo fatti trovare pronti nel modo giusto".

La retrocessione in C poi cancellata

E però la ripartenza dopo la retrocessione in C a Castellamare, era solo lo scorso 13 maggio ma sembra passata una vita, non è stata semplice. "Dopo aver subito la retrocessione a Castellamare avevamo organizzato degli allenamenti punitivi, sono venuti i tifosi. Abbiamo subito offese e umiliazioni. Ce le siamo prese e meritate. Ma nessuno di loro ha abbandonato la nave. Paradossalmente dopo quel giorno lì è aumentata la voglia di lavorare, l'attenzione, l'intensità. Poi ci è arrivata la notizia che poteva svolgersi questo playout. Ma non ne avevamo la certezza. Siamo arrivati però a questo punto convinti. I giocatori si sentivano più forti".

Polemiche arbitrali

A Salerno molte proteste su alcune decisioni arbitrali, soprattutto per il gol annullato a Gian Marco Ferrari (tocco di mani) e per un possibile fallo da rigore di Yepes su Soriano. "Un possibile rigore per la Salernitana? Devo dire che non me ne sono accorto. Anche sul gol della Salernitana, io non l'ho visto ma se lo hanno annullato lo hanno rivisto. Non andiamo nelle polemiche. Mi dispiace solo che la partita non sia finita. A me piace che si vinca regolarmente. Ho grande rispetto per la Salernitana, grande società e grande squadra" il riferimento di Evani alla gara poi sospesa nella ripresa, sul 2-0 per la Samp, per il lancio di seggiolini da parte dei tifosi della Salernitana.

E poi ancora il tema del playout giocato un mese dopo la fine del campionato che - almeno secondo quanto si sottolinea con forza da Salerno - avrebbe alterato la regolarità del campionato cadetto. "Comunque sia, la Salernitana avrebbe dovuto disputare i playout o no? Col Frosinone partiva in svantaggio. Poi cos'è successo? Succede che ci sono i regolamenti. Si pssa da un momento sfavorevole a un momento di vantaggio, se parliamo della Salernitana. Capisco il tempo, il problema del tempo lo capisco. Ma sulla partita la Salernitana ci ha guadagnato rispetto al Frosinone" le parole di Evani,

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