Sanità

L'Asl2 specifica che tutti i pazienti covid in rianimazione non sono vaccinati
3 minuti e 16 secondi di lettura

I medici della Asl2 lanciano un appello alla popolazione: "Visti i recenti sviluppi della pandemia sono voluti intervenire su un tema tanto importante anche i medici che quotidianamente proteggono la nostra salute nel territorio della. In particolare hanno espresso la loro opinione Rodolfo Tassara direttore del Dipartimento Medico e del reparto di Medicina Interna del presidio ospedaliero di Levante e Roberto Lerza, direttore del Dipartimento Emergenza – Urgenza e del reparto di pronto soccorso e Medicina d’Urgenza del presidio ospedaliero di Levante, anche a nome di tutto il personale medico dell'azienda".

"Nell’ultima settimana si è registrato nelle strutture ospedaliere della Asl2 un marcato e progressivo incremento di ricoveri di pazienti affetti da patologia Covid correlata." dice Roberto Lerza. "I primari ospedalieri esprimono grande preoccupazione perché sebbene i numeri e la rapidità dell’aumento di pazienti non siano ancora paragonabili a quelli dell’anno scorso, il lavoro si sta decisamente complicando in quanto il flusso di malati affetti dal Covid si somma ora al flusso dei pazienti abituali che lo scorso anno non affollavano le strutture ospedaliere. La maggioranza dei pazienti ricoverati in urgenza per Covid riguarda pazienti non vaccinati, che prevalentemente presentano quadri più gravi rispetto ai vaccinati", prosegue Lerza.

"Purtroppo questa nuova ondata di pazienti Covid positivi sta compromettendo il lavoro ordinario degli ospedali. Il comportamento poco responsabile di chi non si è voluto vaccinare  mette a rischio oltre che loro stessi anche quei  pazienti  vaccinati che devono ricoverarsi  per altre patologie, che rischiano il contagio o si vedono rimandare terapie ed interventi chirurgici. La raccomandazione per tutta la cittadinanza è sempre quella di continuare a seguire tutte le misure di cautela consigliate e oramai note, di ricorrere quanto prima possibile alla terza dose di vaccino e non affollare l’ospedale e le strutture di emergenza se non in casi di reale necessità".

"Gli ospedali della nostra Asl - spiega Tassara - così come quelli di altre regioni stanno nuovamente saturando la disponibilità di posti letto per pazienti covid. Anche se ciò accade in modo più lento e meno impetuoso rispetto alle ondate precedenti, la situazione mette gli operatori sanitari già provati da 22 mesi di lotta al covid in una situazione di grave difficoltà, e fa rimandare interventi chirurgici programmati, visite ambulatoriali, accessi in Day Hospital e tutto quanto non ricopre carattere di urgenza ma sarebbe utile ai cittadini. Questo accade perché ancora troppa gente non è vaccinata, infatti più dell’80 % dei pazienti covid che sono ricoverati nei reparti di media intensità di cura e la totalità dei pazienti ricoverati in rianimazione non sono vaccinati. I vaccini sono sicuri. Se qualcuno poteva avere un dubbio all’inizio questo dubbio dopo più di 100milioni di vaccinazioni nel nostro paese e di alcuni miliardi nel mondo non ha più ragione di esistere.

"La scienza e le evidenze scientifiche ci rassicurano, io stesso ho atteso con trepidazione che il vaccino venisse prodotto l’anno scorso, ho avuto la fortuna di essere  vaccinato il primo giorno disponibile, il 31 dicembre 2020, poi ho fatto la seconda dose il 21 gennaio 2021 e ho già fatto la terza dose, senza incorrere in nessun problema. A tale proposito mi preme sottolineare l’importanza della terza dose: non ha nessun fondamento scientifico dosare gli anticorpi per sapere che livello di immunità abbiamo, sappiamo solo che dopo alcuni mesi il livello di protezione scende e l’unico modo di farlo risalire è fare la terza dose di vaccino. Infine, vaccinarsi ha un alto valore morale perché facendo parte di una stessa comunità abbiamo l’obbligo morale di vaccinarci per proteggere chi ci sta intorno."

"Ascoltiamo il parere di chi ha dedicato la propria vita alla medicina, gli stessi medici che incontriamo in reparto ma anche per strada qui nel nostro territorio. Le evidenze cliniche e l'andamento generale della pandemia ci costringono ad una riorganizzazione degli ospedali e dell'offerta sanitaria alla popolazione, vacciniamoci perché è l'unico sistema per tornare il più velocemente possibile alla normalità", conclude il direttore generale Marco Damonte Prioli.