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Sanità

3 minuti e 28 secondi di lettura
di Matteo Cantile

"In un contesto sanitario in continua evoluzione, la gestione delle patologie croniche rappresenta una sfida complessa e crescente, che richiede modelli di cura innovativi, multidisciplinari e centrati sul paziente. In tale scenario, la figura del farmacista, in particolare ospedaliero e clinico, assume un ruolo sempre più centrale e strategico". Se n'è discusso durante la sessione dal titolo 'Nuovi modelli di cura nell'ambito delle patologie croniche', nell’ambito del XLVI Congresso nazionale SIFO, in corso presso il Centro Congressi Porto Antico di Genova. L'evento è in programma fino a domenica prossima (9 novembre). "L’evoluzione normativa sancita dal DM 77 ha segnato una pietra miliare per la professione farmaceutica- ha detto Ugo Trama, vice presidente SIFO- riconoscendo pienamente il farmacista come figura clinica integrata nei percorsi assistenziali, partecipe dei processi decisionali e terapeutici. Ci viene richiesto di superare i confini tradizionali della professione, promuovendo modelli di cura nei quali il farmacista rappresenta un punto di riferimento stabile per garantire continuità terapeutica, monitoraggio attivo e presa in carico del paziente cronico".

In questa cornice, si inserisce una leva fondamentale di innovazione: la telefarmacia. "Le tecnologie digitali rappresentano uno strumento cruciale per offrire servizi di counseling farmacologico a distanza- ha proseguito Trama- assicurando un supporto costante all’aderenza terapeutica, in particolare nei pazienti fragili, anziani o con difficoltà di accesso ai servizi sanitari". Tuttavia, tutto ciò può realizzarsi "solo attraverso una collaborazione strutturata e integrata tra le varie figure professionali coinvolte: medici, farmacisti, infermieri, specialisti territoriali". Una rete professionale efficace, secondo i farmacisti ospedalieri, è "la chiave per superare i silos assistenziali tradizionali, promuovere la continuità delle cure e rispondere in modo adeguato e sostenibile ai bisogni crescenti dei pazienti cronici". L'invito del vicepresidente SIFO, dunque, è rivolto a tutte le istituzioni, agli enti regolatori e agli attori del sistema sanitario a "sostenere attivamente questo modello di rete, favorendo l’implementazione di strumenti come la telefarmacia e riconoscendo il valore clinico del farmacista. Solo così sarà possibile ottimizzare l’uso delle risorse, garantire appropriatezza prescrittiva e, soprattutto, migliorare la qualità della vita delle persone con patologie croniche".

Ad intervenire all’interno della sessione - a cui ha partecipato anche Gabriella Guasticchi, Direttore Dispositivi Medici presso il Ministero della Salute - anche Adriano Vercellone, segretario nazionale SIFO, secondo cui la gestione delle patologie croniche rappresenta "una delle priorità cliniche e organizzative più rilevanti per il sistema sanitario contemporaneo. Si tratta di un ambito assistenziale- ha evidenziato- che richiede un approccio integrato, continuo e personalizzato, in grado di rispondere ai bisogni di pazienti fragili, complessi e ad alta intensità terapeutica". In tale contesto, la figura del farmacista ospedaliero e dei servizi sanitari si configura sempre più come un "attore clinico imprescindibile", in grado di contribuire "in modo sostanziale" all’appropriatezza, alla sicurezza e alla sostenibilità dei trattamenti farmacologici.

La SIFO, in qualità di società scientifica e associazione professionale di riferimento per i farmacisti ospedalieri italiani, è dunque "fortemente impegnata a sostenere e guidare l’evoluzione della professione verso un modello clinico avanzato - hanno fatto sapere i due referenti di sessione in cui il farmacista operi pienamente integrato nei team multidisciplinari dedicati alla presa in carico dei pazienti cronici". Concretamente, SIFO interviene attraverso: attività di formazione specialistica continua; produzione e diffusione di linee guida, raccomandazioni e documenti tecnico-scientifici, sviluppati in collaborazione con altre società scientifiche e istituzioni sanitarie, per favorire l’adozione di modelli assistenziali condivisi; progetti di ricerca applicata, che esplorano e validano il contributo del farmacista nella gestione della terapia farmacologica nei pazienti cronici, con particolare attenzione agli esiti di salute e all’ottimizzazione delle risorse; promozione di iniziative regionali e nazionali volte a rafforzare il ruolo del farmacista nei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali (PDTA), nella riconciliazione terapeutica e nei programmi di aderenza.

"La società è inoltre costantemente attiva nel dialogo con i decisori istituzionali e gli stakeholder del sistema salute- ha fatto sapere infine Vercellone- al fine di assicurare che la figura del farmacista ospedaliero sia valorizzata in termini normativi, contrattuali e organizzativi, e che sia riconosciuto il suo contributo clinico nella gestione di patologie croniche ad alta complessità terapeutica". La SIFO, dunque, è in costante lavoro per costruire e consolidare un modello in cui il farmacista sia protagonista attivo e responsabile del processo terapeutico.

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