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Sanità

Chiara Storchi nata senza la mano destra testa su se stessa Hannes
3 minuti e 24 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

"Mangiare un gelato in coppetta anziché con il cono, usare due posate senza difficoltà, poter ordinare quello che voglio al ristorante e tagliare la carne, piccole cose che però per me erano impossibili e ora riesco a fare grazie ad Hannes". Chiara Storchi sintetizza così come ogni gesto semplice del quotidiano abbia assunto un nuovo significato da quando ha deciso, da tecnico e ricercatore del laboratorio Rehab Technologies IIT – INAIL, di diventare anche tester della mano bionica. La sua storia l'ha raccontata nella puntata di 'People - Cambia il tuo punto di vista' dedicata alle protesi hi tech dell'istituto italiano di tecnologia innovazioni che diventano vere alleate nella vita concreta degli utenti, capaci di restituire autonomia, sicurezza e dignità negli atti più semplici.

Da tecnico a tester: perchè mi sono messa in gioco

"Indosso Hannes ma non è stato sempre così - racconta - io sono stata assunta come tecnico softwerista a gennaio del 2022 e non facevo uso di protesi, di protesi mioelettriche, che sono queste protesi che funzionano con la contrazione muscolare e permettono l’apertura e la chiusura della mano. Dopo la mia assunzione ho visto quanto fosse effettivamente importante mettermi in gioco anche lato utilizzatrice perché comunque sono tutti dispositivi che vanno continuamente testati e progettati assieme all’utente finale".

La quotidianità di Chiara è cambiata profondamente ma anche a livello fisico con una postura e muscolatura migliorata: "La mia percezione verso la tecnologia è cambiata, ovviamente in modo positivo. Io essendo congenita, sono nata senza la mano destra, sono stata abituata a fare tutto quello che mi piaceva fare dagli studi allo sport con una mano sola, senza particolari difficoltà, tuttavia ovviamente sono attività che essendo in generale quelle della vita quotidiana pensate per persone che hanno due mani, ho dovuto adottare degli escamotage, quindi magari anche posture compensative, insomma tutte delle tecniche per riuscire a fare le cose con una mano sola".

Mangiare il gelato in coppetta e tagliare la carne al ristorante: la normalità conquistata

"Hannes mi ha permesso di fare delle attività che avevo paura fare, al ristorante ad esempio ora posso scegliere dei piatti che prevedono l’utilizzo delle due posate, quindi tagliare la carne è un esempio che faccio spesso, prima avevo timore a prendere certi piatti, perché non riuscivo a utilizzare le posate, quindi utilizzavo una posata sola e sceglievo dei piatti di conseguenza, recentemente ho mangiato poi il gelato in coppetta, quindi io utilizzavo sempre il cono, quindi ho imparato a fare delle piccole cose che in verità non sono per niente scontate, in maniera molto più facile perché ovviamente c’è un arto in più, nonostante io sia abituata effettivamente a utilizzare una mano sola, però è veramente tanta roba (in studio scoppia l'applauso ndr)".

Ha deciso di testare la protesi dopo essere stata assunta da Iit come ingegnere

Una mano simile a quella reale comandata pensando ai movimenti

Hannes è stata progettata affinché conformazione, peso e qualità dei movimenti siano quanto più possibile equiparabili a quelli di una mano reale, per far sì che le persone che non hanno un arto percepiscano la protesi come una parte di sé e non come un elemento estraneo. La sua peculiarità risiede nella parte meccanica, che è unica nel suo genere e conferisce alla mano poliarticolata versatilità e naturalezza nel movimento, elementi che la caratterizzano insieme alla resistenza dei materiali e alla semplicità d’uso. Le caratteristiche di costruzione del dispositivo consentono alla batteria di coprire fino a una giornata intera di utilizzo. Le dita si piegano e possono assumere una postura naturale anche a riposo. Il pollice, in particolare, è orientabile in tre diverse posizioni.

Il sistema di controllo di Hannes è di tipo mioelettrico, sfrutta cioè gli impulsi elettrici che provengono dalla contrazione dei muscoli della parte residua dell’arto, e implementa strategie basate su algoritmi di intelligenza artificiale. Questa tecnologia fa sì che i pazienti possano comandare la mano semplicemente pensando ai movimenti naturali e senza la necessità di alcun trattamento chirurgico invasivo.

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