Bere a sufficienza in estate non è solo un'abitudine fondamentale per combattere il caldo ma è anche una sorta di strategia di prevenzione contro disturbi fastidiosi e molto diffusi come le infezioni urinarie, in particolare la cistite, e la formazione di calcoli renali. In particolare cresce il numero di persone che si ritrovano alle prese con uno dei disturbi più dolorosi che si manifesta spesso con coliche improvvise e violente di intensità simile al dolore del parto: i calcoli renali. Nelle ultime ore al pronto soccorso del policlinico San Martino di Genova sono arrivati diversi casi di calcolosi. Ma perché proprio con il caldo aumenta questo rischio? E quali sono le mosse giuste per difendersi?
Recenti dati esposti dalla società italiana di nefrologia confermano una prevalenza di calcolosi renale compresa tra il 6,8% e il 10,1% della popolazione, con recidive che si verificano tra il 30% e il 50% dei casi entro 5-10 anni dal primo episodio, principalmente tra i soggetti di sesso maschile. Si stima inoltre una maggiore incidenza tra i 30 e i 60 anni. Il picco maggiore avviene durante la stagione estiva.
Come si formano i 'sassolini' nei reni
Il principale motivo è legato alla disidratazione. Quando fa molto caldo, il corpo suda di più per raffreddarsi e perde liquidi preziosi. Se non si reintegrano adeguatamente bevendo acqua, l’urina si concentra e i sali minerali al suo interno tendono a cristallizzare, formando i famigerati 'sassolini' nei reni. Una situazione che si traduce spesso in dolori lancinanti e possibili complicazioni. Ma non solo: con il caldo si riduce la quantità totale di urina prodotta, aumentando ulteriormente la possibilità che i cristalli si depositino e diano origine ai calcoli.
Secondo Giuseppe Carrieri, presidente della società italiana di urologia (Siu), nei mesi estivi la carenza di liquidi "comporta un aumento della concentrazione delle urine, che favorisce la proliferazione dei batteri nella vescica, rendendo più probabile la comparsa della cistite. Allo stesso tempo, la scarsa idratazione facilita la formazione di cristalli che possono aggregarsi e generare calcoli renali".
Bere in maniera corretta aiuta quindi a mantenere le urine più diluite e a 'lavare' efficacemente le vie urinarie, riducendo il rischio di infiammazioni e ostruzioni. Oltre a questo, un’adeguata idratazione supporta il corretto funzionamento della prostata, un aspetto importante soprattutto per gli uomini.
Come prevenire i calcoli renali in estate
L’importanza di questo messaggio è stata ribadita anche in occasione della Giornata nazionale dell’urologia, tenutasi un mese fa lo scorso 17 luglio, con lo slogan "Idratarsi è salute e bere acqua una scelta di prevenzione". In un periodo in cui le temperature superano i 30 gradi e spesso sfiorano i 40 il nostro corpo perde liquidi con maggiore rapidità, il consiglio degli esperti è chiaro: mantenere un giusto apporto di acqua durante tutta la giornata, senza attendere di sentire la sete.
I consigli alimentari e non solo
Non solo acqua, ma anche frutta e verdura ricche di liquidi possono contribuire a una buona idratazione. Evitare bevande zuccherate o alcoliche è invece consigliato, poiché possono peggiorare la disidratazione e incidere negativamente sulla salute delle vie urinarie.
Ecco alcuni consigli utili da seguire durante i mesi estivi:
Bere molta acqua: il primo e più importante accorgimento è mantenere un’ottimale idratazione. È consigliabile bere almeno 2-3 litri di acqua al giorno, preferendo quelle con basso contenuto di minerali, per mantenere l’urina diluita.
Limitare bevande zuccherate e alcolici: questi possono favorire la disidratazione e aumentare la concentrazione di sostanze che formano i calcoli.
Attenzione all’alimentazione: ridurre il consumo di alimenti ricchi di ossalati (come spinaci, bietole, cioccolato) e limitare l’apporto di sale e proteine animali, che possono favorire la formazione dei calcoli.
Evitare il caldo intenso senza protezione: cercare di stare all’ombra o in ambienti freschi durante le ore più calde della giornata aiuta a non sudare eccessivamente e a perdere meno liquidi.
Consultare il medico: chi soffre di calcoli renali ricorrenti dovrebbe sottoporsi a controlli regolari per valutare la composizione dei calcoli e seguire eventuali consigli personalizzati.
Cosa deve fare chi li ha già?
"Se si tratta della cosiddetta "sabbiolina" (detta anche “renella”) viene espulsa bevendo molto – spiega Luca De Nicola presidente della società italiana di nefrologia (SIN) - stessa cosa se si tratta di un calcolo fino al mezzo centimetro; in presenza di calcoli dal mezzo all’un centimetro bisogna fare una terapia medica che può essere basata sulla tamsulosina, che rilassa la muscolatura liscia e allarga l’uretere per favorire l’espulsione; se il calcolo è superiore a 1 cm si deve rimuovere con bombardamento di ultrasuoni oppure con un intervento chirurgico. Il parametro da controllare è il colore delle urine: se sono chiare, vuol dire che sono diluite e non c’è il rischio, se sono color giallo intenso, vuol dire che si stanno “saturando” e dalla sovrasaturazione alla formazione di calcoli il passo è breve".
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