
Dopo cinque giorni di parziale chiusura del terminal PSA – con operatività di fatto sospesa – una domanda sorge spontanea: dove sono state dirottate le navi che avrebbero dovuto attraccare a Prà?
Genova, che dichiara la necessità di ampliare la capacità dei terminal, sta evidentemente continuando a lavorare anche senza un hub importante come PSA.
Stiamo forse assistendo a un racconto distorto dei numeri? O a previsioni di traffico che, nella realtà, non esistono? Da tempo solleviamo il dubbio che l’area ligure sia sovradimensionata sul fronte dei container: Vado, PSA Prà, i terminal di Sampierdarena, La Spezia. È legittimo chiedersi se ci sia davvero mercato per tutti o se i porti non facciano altro che sottrarsi traffici a vicenda, senza una reale crescita complessiva.
Questa domanda diventa ancora più urgente in vista della nuova diga foranea, presentata come infrastruttura indispensabile per accogliere più navi e più traffico. Ma c’è davvero la domanda di mercato per giustificare un’opera di questa portata?
L’incidente avvenuto a PSA, con 19 container caduti dalla nave MSC mentre era ormeggiata, senza che fosse in corso alcuna manovra di gruisti, apre una serie di dubbi che non possono essere ignorati.
Non è accettabile che simili episodi vengano liquidati con un semplice “c’era vento”.
Non serve sottolineare che MSC opera con alcune delle navi più moderne e performanti al mondo. E proprio per questo l’episodio è ancora più grave: se può accadere a una nave MSC, può accadere a chiunque.
Parliamo di 19 container caduti, come fossero fogli di carta. Ci rendiamo conto dell’enormità dell’evento? E del rischio che questo rappresenta per i lavoratori e per la sicurezza complessiva del porto?
I sindacati cosa dicono? Qualcuno intende chiarire cosa sia realmente successo? Non spetta a noi stabilire responsabilità: se di PSA, di MSC o di altri.
Ma spetta a noi, come cittadini, come lavoratori, come osservatori, pretendere che un incidente del genere non possa essere archiviato senza spiegazioni dettagliate.
Se la causa fosse davvero il vento, allora bisognerebbe chiudere PSA ogni volta che soffia una brezza? Perché quel giorno non c’era un vento eccezionale.
E, soprattutto, una nave deve poter mantenere saldamente i propri container anche con vento forte o mare agitato. È una questione di sicurezza, non di fatalità.
Non accettiamo spiegazioni vaghe. Pretendiamo trasparenza, perché ciò che è accaduto è gravissimo e non deve ripetersi,
17° C
LIVE
IL COMMENTO
-
Stefano Schiaparelli*
Mercoledì 12 Novembre 2025
-
Luigi Leone
Lunedì 10 Novembre 2025
leggi tutti i commenti40 anni di ricerche italiane in Antartide, la prima partì da Genova
Dalla gigafactory di Genova a Urso, Brunetta & C: Meloni ha un problema