L'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), rispondendo a un esposto presentato da Autoguidovie, società privata che nel 2019 si era opposta all'incorporazione di Atp in Amt, ha espresso critiche severe sulla gestione attuale di Amt, società partecipata dalla Città Metropolitana di Genova e amministrata in house dal Comune. Secondo l'Anac, il modello gestionale adottato si è dimostrato inefficiente, con conseguenti costi elevati a carico della finanza pubblica e della collettività.
Nel documento ufficiale, l'Autorità sottolinea che, pur riconoscendo alcuni miglioramenti del servizio rispetto agli anni precedenti, l'Amt non è stata in grado di sostenere autonomamente i costi economico-finanziari della gestione. Ciò ha reso necessari ripetuti interventi economici da parte dell'ente pubblico per garantire l'erogazione delle prestazioni contrattuali. L'Anac richiama inoltre che l'in house rappresenta una struttura funzionale della Pubblica Amministrazione, i cui costi incidono sugli obblighi europei in materia di contabilità e determinazione degli aggregati rilevanti.
Per questo motivo, la Città Metropolitana di Genova è invitata a «rivalutare il modello di gestione prescelto, dimostratosi oltremodo dispendioso», scegliendo di aprire un confronto informale con il mercato per individuare alternative più efficienti e meno onerose, sia nell'immediato che a medio-lungo termine.
Le parole di Anac arrivano in un momento critico per Amt che, secondo voci interne e l'analisi in corso dei conti da parte di PricewaterhouseCoopers (PWC), starebbe entrando in una fase definita di «decozione», con perdite economiche così rilevanti da richiedere ingenti finanziamenti per poter proseguire l'attività. Ciò solleva interrogativi sulla capacità del Comune di sostenere finanziariamente l'azienda in perdita, un nodo legale cruciale dato che gli enti pubblici non possono finanziare imprese assoggettate a pesanti perdite senza indire una gara pubblica. I dati di perdite di 50 milioni che sono trapelati dalle analisi ma anche gli ulteriori 50 milioni che verrebbero ritenuti necessari per coprire anche le perdite del 2025 portando il totale a 100 milioni, fanno pensare proprio che sia irrealizzabile il mantenimento nel sistema pubblico sia che sia comunale che regionale
L'indicazione dell'Autorità si traduce dunque in un pressante invito a valutare la possibile apertura di una procedura di gara pubblica, con lo scopo di privatizzare Amt o comunque di introdurre un modello gestionale aperto alla concorrenza, al fine di ridurre gli oneri finanziari sul bilancio pubblico e migliorare il servizio per i cittadini.
Un'ipotesi che contrasta con la proposta di creare una società regionale unica che inglobi tutte le aziende di trasporto della Liguria, un progetto finora sostenuto da alcune forze politiche ed amministrative. L'orientamento di Anac potrebbe segnare un cambio di rotta rispetto a questa visione, privilegiando la concorrenza di mercato rispetto alla gestione pubblica diretta.
E considerando la necessità di immettere ingenti somme per ricapitalizzare Amt si ritiene che sia espressamente vietato al Comune considerato anche quando prevede la Legge Madia fatta dal Governo Renzi. Il significato della legge è semplice e condivisibile: le aziende pubbliche non possono sostenere società in perdita strutturale.
Per questo si ritiene che ormai la strada di Amt sia segnata e non mancano certamente aziende che vorrebbero partecipare a prendersela a partire proprio da Autoguidovie, società che era proprio azionista di Apt poi incorporata dentro Amt.