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Diverse le novità, tra cui un'unica azienda sanitaria: la riforma partirà già dal primo gennaio 2026
3 minuti e 17 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi
Consiglio regionaleL'aula del consiglio regionale della Liguria

È entrata nel vivo la discussione, in consiglio regionale, sulla nuova riforma della sanità, targata dal presidente Marco Bucci. L'obiettivo è quello di creare un modello più unificato con un'Azienda di Tutela della Salute che accorperà le cinque Asl attuali: le strutture ospedaliere verrebbero quindi gestite in modo unitario. Tra le novità la presenza di un direttore generale che gestirà l'Ats. Parallelamente, Liguria Salute avrà il compito di coordinare le emergenze e di gestire gli aspetti legati alla sanità, dal bilancio alla logistica, passando per i ruoli amministrativi. Non ci saranno quindi più le Asl classiche che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, a partire dall'Asl 3, ma nascerà una nuova azienda ospedaliera metropolitana che riunirà i poli ospedalieri di Genova: San Martino, Galliera, Erzelli e Villa Scassi.

Perché è una riforma "più smart"

Durante la seduta odierna il presidente della Commissione Salute e Sicurezza Marco Frascatore, ha presentato la riforma in aula, con i punti essenziali sui quali si punta per la rivoluzione. "Questa riforma rientra a tutti gli effetti nel programma delle priorità del presidente Bucci, nasce dalla necessità di dare risposte all'accrescente e mutata domanda del servizio sanitario ligure - spiega il consigliere regionale di Orgoglio Liguria Marco Frascatore -. La nostra è una regione, la più vecchia di Europa, con un indice di vecchiaia di gran lunga superiore alla media nazionale ed europea". L'obiettivo, che rimarcano dalla maggioranza, è quello di creare una governance più forte e unitaria, con una razionalizzazione burocratica ed economica. "Assisteremo a una riallocazione delle risorse che comporterà un servizio migliore al cittadino, più snello, rapido, coordinato e non frammentato, garantendo qualità di servizio in tutti gli angoli della nostra regione - ha aggiunto Frascatore -. Si tratta quindi di accentrare ciò che è burocratico per rafforzare ed elevare ciò che è clinico e vicino al cittadino". Per il centrodestra si tratta di una riforma della sanità dove non sarà più il cittadino a rincorrere la sanità, ma la sanità che attraverso la presa in carico individuale del cittadino lo accompagnerà in un percorso di cure e prevenzione. "Abbiamo già visto dei cambiamenti in questo ultimo periodo, per esempio nelle liste d'attesa che nelle complessità B sono scese dal 70% al 10% - ha rimarcato il presidente della Commissione Sanità -. Alleggeriremo i pronto soccorso attraverso l'utilizzo delle case di comunità che saranno un grande punto di riferimento per la nostra comunità. La natura della riforma è quella di alleggerire il carico di lavoro burocratico degli operatori sanitari per riportare queste risorse direttamente a contatto con il cittadino, che vedrà poi un miglioramento netto".

Una riforma "che non ascolta il territorio"

Diametralmente opposto il giudizio espresso dal vicepresidente dem della Commissione Salute e Sicurezza Enrico Ioculano. "Una delle prime criticità è la distanza decisionale tra Genova e i territori, il modo in cui è stato trattato il personale sanitario, dirigente e non solo, e i servizi che alla lunga verranno erogati nei territori - commenta Enrico Ioculano -. È una riforma fatta male, che parte solo dall'esigenza di non essere commissariati, proprio perché bisogna portare qualcosa al ministero per dire 'dateci qualcosa in più perché se no quest'anno ci commissariate'. Perché il disavanzo è enorme". Secondo le opposizioni la riforma non ha tenuto conto dei sindaci e della loro opinione. "Mettono sui territori direttori d'area ma senza particolare competenza, valutati solo sul budget, che dovranno rispettarlo, l'autonomia non esisterà più. Coloro che prenderanno le decisioni si troveranno solo a Genova, e saranno il direttore generale dell'azienda unica. I territori sono sviliti, siamo totalmente contrari a questo tipo di impostazione". Sono considerati quindi diametralmente opposti i principi, perché spiega il centrosinistra, "serve un direttore d'area competente in materia sanitaria e gestionale". Anche nella giornata di domani, mercoledì 10 dicembre, durante il consiglio regionale a oltranza, verranno presentati numerosi emendamenti da parte delle opposizioni. "È una riforma sbagliata di principio, i direttori delle Asl non sanno cosa devo fare dal 2 gennaio, non è il modo di trattare chi è stato applaudito fino a ieri, è un problema di approccio" ha chiosato Ioculano.

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