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Politica

Numerosi gli emendamenti che verranno presentati e discussi in aula, alla fine però, il presidente Marco Bucci dovrebbe sigillare la sua riforma, pronta a partire già dal primo gennaio
2 minuti e 52 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi
La cura di un paziente in ospedale

È iniziato il conto alla rovescia per la due giorni in consiglio regionale sulla riforma della sanità. Si parte domani, martedì 9 dicembre, e si chiude mercoledì 10, senza orario di fine. In via Fieschi maggioranza e opposizione si daranno battaglia su una rivoluzione che ha fatto discutere dal primo giorno.

La discussione in aula 

Numerosi gli emendamenti che verranno presentati e discussi in aula, alla fine però, il presidente Marco Bucci dovrebbe sigillare la sua riforma, pronta a partire da gennaio. Si tratta del disegno di legge 85: si discuterà - come si legge nella comunicazione del consiglio regionale - delle disposizioni di riordino del servizio sanitario regionale e della modifica dell'articolo 29 della legge regionale 7 novembre 2013, n. 33 (Disciplina del sistema di trasporto pubblico regionale e locale e del Piano regionale integrato delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti (PRIIMT).

Il passaggio nel Cal

Il Consiglio delle Autonomie Locali si era riunito a fine novembre per esprimere parere favorevole, con 15 voti positivi e 12 contrari. È stato un passaggio significativo nel percorso di revisione del sistema sanitario regionale, che si è posto l'obiettivo di rafforzare l'organizzazione dei servizi territoriali, di migliorare l'efficacia dei processi amministrativi e di garantire una risposta più omogenea ai bisogni dei cittadini. Questo step, con il disco verde del Cal, ha confermato la condivisione istituzionale attorno al nuovo assetto proposto da Regione Liguria, consentendo di procedere verso le successive fasi dell'iter legislativo. L'assessore Nicolò ha ribadito che la riforma mira in particolare a consolidare il coordinamento tra territorio e ospedale, valorizzando i presidi locali e ottimizzando l'utilizzo delle risorse disponibili per migliorare la qualità complessiva dell'assistenza.

I punti cardine della nuova riforma della sanità

L'obiettivo che si è prefissato il presidente Bucci, con la sua riforma della sanità, è quello di creare un modello più unificato e per farlo punta tutto su un'unica Azienda di Tutela della Salute che accorpa le cinque Asl attuali. Le strutture ospedaliere verrebbero così gestite in modo unitario. Tra le novità la presenza di un direttore generale che gestirà l'Ats. Parallelamente, Liguria Salute avrà il compito di coordinare le emergenze e di gestire gli aspetti legati alla sanità, dal bilancio alla logistica, passando per i ruoli amministrativi. Non ci saranno quindi più le Asl classiche che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, a partire dall'Asl 3, ma nascerà una nuova azienda ospedaliera metropolitana che riunirà i poli ospedalieri di Genova: San Martino, Galliera, Villa Scassi e - quando sorgerà - Erzelli. Il presidente Marco Bucci, quando ha presentato la riforma, ha ribadito che il servizio sanitario regionale sarà "più flessibile, moderno, equo, vicino ai bisogni dei cittadini, capace di ridurre le liste d'attesa e garantire la stessa qualità di cura in tutta la regione".

I dubbi delle opposizioni e la data del primo gennaio

Durante queste settimane di preparazione e presentazione, con gli incontri organizzati sul territorio da parte della Regione, si è fatta strada anche la controriforma del centrosinistra, "portata in giro con un tour per la Liguria". Secondo le opposizioni la soluzione per una sanità migliore non è l'accorpamento delle Asl e la regia di un unico direttore generale, si richiede inoltre maggior confronto con il territorio e con i sindaci, che in questi giorni hanno fatto registrare alcune perplessità. Dubbi che in realtà sono stati espressi anche da diversi Comuni liguri. Insomma, in aula i partiti promettono battaglia, ma nel frattempo la data da cerchiare di rosso sul calendario è quella del primo gennaio 2026, che simbolicamente rappresenterà l'inizio della rivoluzione sanitaria targata Marco Bucci.

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