L'opposizione in consiglio regionale in Liguria compatta attacca la riforma promossa dalla maggioranza della giunta Bucci. Si tratta della Legge regionale che si occupa della disciplina dell'organizzazione amministrativa e della dirigenza della Regione Liguria. La misura porta con sè, tra le altre cose, anche l'introduzione della figura del responsabile dell’attuazione del programma di governo.
Laa maggioranza con l'assessore al Personale Paolo Ripamonti sostiene che la riforma avrà il compito "di razionalizzare e rendere ancora più funzionale e performante l'assetto organizzativo dell'ente". In una conferenza stampa indetta ad hoc dall'opposizione i diversi capigruppo che rappresentano la minoranza in consiglio regionale bocciano la riforma sotto tutti i profili: dai costi all'operatività delle nuove figure definendo il sistema "un poltronificio". Secondo le analisi il costo nel 2025 della riforma sarà di 307 mila euro, cifra che dal 2026 salirà a 1,8 milioni di euro all'anno. Nel consiglio regionale di martedì la minoranza annuncia che farà battaglia presentando una serie di emendamenti utili a cambiare il volto della riforma stessa.
L'opposizione: "E' un pasticcio a spesa dei liguri"
"E' un pasticcio a spese dei liguri. Una riforma che vuole solo moltiplicare i vertici, introdurre figure politiche dentro la macchina amministrativa; ridurre l'autonomia degli enti e politicizzare i controlli. Un disegno inaccettabile di accentramento e di controllo che mina la distinzione tra politica e gestione, e mette a rischio la trasparenza e l'imparzialità dell'amministrazione regionale" commenta il capogruppo del Pd in Regione Armando Sanna.
"Questo provvedimento vuole infatti rafforzare la centralità del Presidente e della Giunta a scapito del ruolo del Consiglio e della dirigenza amministrativa, con il rischio di alterare gli equilibri istituzionali di separazione tra indirizzo politico e gestione - denuncia Selena Candia, capogruppo di AVS in consiglio regionale -. Questo succede mentre in Regione gli stipendi del personale sono bloccati e i dipendenti chiedono sicurezza". "Con questa riforma - aggiunge il capogruppo della Lista Orlando Presidente Gianni Pastorino - si rischia di perdere del tutto il principio di indipendenza della dirigenza pubblica. Il nuovo modello proposto sottopone di fatto i dirigenti a un controllo politico, concentrando enormi poteri nelle mani del Presidente della Regione. "Noi cerchiamo soluzioni per i bisogni dei liguri. Loro inseguono poltrone per soddisfare la bulimia del centrodestra" conclude il capogruppo del Movimento 5 Stelle Stefano Giordano.
La riforma
La riforma prevede come detto la nuova figura del responsabile dell’attuazione del programma di governo "la cui retribuzione però rientrerà nel budget dello staff del presidente, che resta invariato" aveva spiegato Ripamonti. A questa si aggiungono le figure del capo di Gabinetto, del direttore generale di coordinamento e del segretario generale.
Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsApp, Facebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook