Vai all'articolo sul sito completo

Politica

2 minuti e 11 secondi di lettura
di Matteo Angeli

Non è più solo un sussurro nei corridoi della politica, ma un dato che i sondaggi Primocanale/Tecnè stanno rendendo concreto: Silvia Salis ( LEGGI QUI)  potrebbe sfidare per il centrosinistra Giorgia Meloni nel 2027.
La settimana scorsa abbiamo acceso la miccia con due rilevazioni. Salis batte nettamente Elly Schlein: una bocciatura sonora per la segretaria dem e un segnale che rischia di cambiare gli equilibri del campo progressista.
In città la sensazione è palpabile. I genovesi pare che abbiano capito le ambizioni di Salis: solo il 24% infatti crede che resterà a occuparsi di Palazzo Tursi . Il 33% è convinto che abbia ambizioni nazionali e i restanti non ne hanno idea

Poi c’è Renzi. Uno che di operazioni politiche se ne intende perché bravo a fiutare il momento. In tv ieri sera nel programma "Dimartedi" su La7 ha fatto il nome di Salis, mescolandolo con altri papabili del centrosinistra, ma la mossa vera è un’altra: affidarle l’apertura della Leopolda. Di fatto un’investitura. Renzi che per Salis stravede fin dall’inizio, manda in questo modo un messaggio chiaro a tutta la coalizione.
Chi pensa a una coincidenza si illude. In politica, come nello sport, certi passaggi non avvengono mai per caso.
Pettegolezzo made in Leopolda: la mossa di Renzi con Salis sarebbe anche un messaggino cifrato alla Boschi – “Cara Maria Elena, non sei più tu la first lady della Leopolda”. Tradotto: in politica come nello sport, chi non salta resta in panchina.

Dietro le quinte, a scrivere la sceneggiatura, c’è poi Dario Franceschini, il “grande vecchio” del centrosinistra. Il suo schema è semplice e spietato: serve una gamba di centro, da costruire con Renzi, e poi una leadership capace di reggere il confronto con Meloni. Salis è la pedina giusta per spostare la partita.

Il paradosso è che tutto questo avviene mentre Elly Schlein, teoricamente la leader in carica, arranca tra congressi infiniti e consensi in caduta. I sondaggi non lasciano scampo: nel cuore degli elettori progressisti, la vera alternativa è già qualcun’altra.
Salis, che oggi compie 40 anni, frena e dice di non avere alcuna intenzione di lasciare la sua città ma il terreno si sta preparando con una velocità sorprendente. Genova sembra essere solo la base di partenza. Il resto d’Italia sta già guardando a lei.
E allora la domanda diventa inevitabile: quando – non se – Silvia Salis deciderà di scendere nell’arena politica nazionale?
Perché a questo punto, più che un’ipotesi, sembra una traiettoria.  Le elezioni sono nel 2027 e come già detto potrebbero essere dirette per il candidato Presidente e questo aumenterebbe le probabilità’ che la forte immagine di Salis possa essere la migliore per tutto il centrosinistra. E Genova tornerebbe a votare.