Politica

2 minuti e 37 secondi di lettura

GENOVA - Tutti a casa! Fuori tutti i dirigenti locali del Pd, quelli che hanno sbagliato ogni iniziativa da dieci anni e soprattutto dietrofront anche dei vecchi capi, intendo i liguri ai vertici del partito, residenti a Roma da troppo tempo, primi responsabili delle scelte disastrose di linea e uomini, fatte infischiandosene della nullità dei programmi che li accompagnavano. Via. O almeno, non fateli più parlare e agire fino a quando ci saranno nuove elezioni che finalmente li toglieranno di mezzo. Ho ascoltato ieri le esternazioni dell’onnipresente Franceschini. Basta fare il contrario.

In Liguria, per restare nel nostro orto, il partito deve essere dato in mano ad altri. Personalmente sono per l’occupazione della dirigenza regionale e genovese da parte degli amministratori locali del partito, sparsi sul territorio. Lo scrivo da anni, da quando qualcuno aveva tirato fuori l’idea del “partito dei sindaci”. Date in mano quel che resta del Pd ai sindaci del Pd! Uomini e donne concreti e concrete che toccano i problemi e le aspettative del popolo con le loro mani e non per sentito dire, stando con le chiappe sulle comode poltrone del partito a Roma a decidere le sorti di questo partito-vittima.

La sconfitta non è colpa della Schlein, anche se la poveretta ci ha messo del suo per non farsi capire, assistita da un gruppetto di semi-nullità. Facile ora dare le colpe a lei arrivata da poco e senza alcuna esperienza politica vera, cioè di vera politica.

In Liguria da anni si sbagliano i candidati e questa è la prima colpa quando si perdono le elezioni. Che i dirigenti futuri vadano a lezione dai “partiti/liste civici” che riescono per loro fortuna a individuare i nomi giusti, che evidentemente sanno parlare alla gente e probabilmente hanno idee e programmi che partono dalla gente o da una parte della gente.

Diventa urgente, urgentissimo un congresso di emergenza che apra le porte ai nuovi potenziali conducenti, come sottolineava l’altro ieri in un talk Tv il giornalista Michele Santoro. Cioè fare entrare nomi nuovi, io dico di prenderli nei paesi dove governano, magari da anni, quindi piacciono e ci sanno fare, e liberare definitivamente i posti di comando dalla generazione di qualche anno fa. Come ha già bene spiegato Franco Manzitti.

Spesso mi trattengo per non cadere nel penoso esercizio della memoria: ah come era meglio la politica ai nostri tempi…. Ah che uomini e donne facevano politica….. Eccetera eccetera.

Ma se qualcuno ha tempo per una vera lezione di che cosa sia la politica vada oggi alle 16 a Palazzo Tursi nel Salone di rappresentanza dove un signore di una certa età che si chiama Giuliano Amato e è stato tra le altre cariche presidente della Corte Costituzionale ricorderà la figura del “genovese” Palmiro Togliatti, nel 130esimo della sua nascita (in via Bellucci al Carmine davanti al Convitto Colombo) , fondatore e segretario storico del Pci che non esitò a stare con socialisti, monarchici, liberali e democristiani, molti avversari politici del suo partito, per disegnare e votare la carta costituzionale italiana scegliendo la democrazia invece della rivoluzione.

La politica è quella, cara Elly. Magari se hai tempo, fa un salto a lezione anche tu.