Politica

Il governatore ligure: "La Liguria resta in zona bianca"
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Due fronti e una discussione che resta accesa tra governo e Regioni. C'è chi preme perché si segua il 'modello Austria' con un lockdown per i non vaccinati (la posizione delle regioni) e chi al momento nega questa soluzione (il governo). Quello che fa paura sono i dati Covid, un aumento di casi di positività che riguarda un po' tutte le regioni italiane.

 

Un mese fa c'erano 78mila attuali positivi, oggi sono più di 123mila. I ricoverati per Covid sono passati da 2.371 (dato 16 ottobre 2021) a 3.970, mentre in terapia intensiva il 16 ottobre c'erano 352 persone e oggi sono 481. In percentuale per la maggioranza dei casi si tratta di non vaccinati come raccontano le fonti sanitarie. Ed è proprio su questo punto che la discussione prende corpo. All'orizzonte si fa strada l'ipotesi di un ritorno dell'Italia a colori. La Liguria non è in pericolo e resterà in zona bianca: l'incidenza settimanale ogni 100mila abitanti si attesta a 102 e la pressione ospedaliera resta sotto i valori di allarme: 6% per la media intensità (soglia critica 15%) e 5% (10%) per le terapie intensive.


Netta la posizione del governatore della Liguria Giovanni Toti che chiede un lockdown: "Chi si è protetto non può pagare per chi non lo ha fatto. Siamo di fronte alla pandemia dei non vaccinati e quindi dovranno essere loro a subire le restrizioni, in caso di nuovi provvedimenti. La pensano così molti miei colleghi presidenti di Regione, di destra e sinistra, perché il buonsenso non ha partito e dobbiamo essere uniti nella lotta al virus. Nessuno vuole tornare a un anno fa, senza vaccino, con le terapie intensive piene, il coprifuoco, i ragazzi in Dad, l’economia ferma e il Natale rovinato. Chi si è vaccinato non lo merita perché non ne ha colpa. Non possiamo permettere di vanificare i nostri sforzi" spiega Toti.

Stessa posizione portata avanti dalle altre Regioni con il testa il presidente del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Massimiliano Fredriga che parla espressamente di seguire il 'modello Austria' e annuncia che nella sua regione in caso di passaggio da zona bianca a zona gialla "i vaccinati avranno maggiore libertà rispetto ai non vaccinati".

Il governo è più cauto e non sembra voler seguire la linea della rigidità nei confronti dei non vaccinati. "Non è allo studio nessuna stretta sul modello austriaco per i non vaccinati" affermano fonti vicine all'esecutivo Draghi. "Stiamo correndo con la terza dose, dal primo dicembre ci sarà il via agli over 40, per i bimbi attendiamo il responso dell'Ema ma è evidente che poi sarà per tutti e questa volta non abbiamo problemi di quantitativi. Il governo ha assunto decisioni che consentono al nostro paese di restare aperto ha spiegato a Sky tg24 il ministro agli Affari Regionali, Mariastella Gelmini. Nel mentre le proteste di chi è contro il green pass vanno avanti. Sabato a Genova e nelle altre principali città italiane sono attese le nuove manifestazioni.

Intanto anche sul tema delle singole misure restrittive la discussione si accende. Per alcune aree si parla già di mascherine obbligatorie anche all'aperto. Su questo tema il direttore Diar di Malattie infettive della Liguria Matteo Bassetti spiega: "Sono francamente perplesso del fatto che in un Comune si possa decidere di mettere la mascherina all'aperto per tutti e in ogni situazione, dopo che è stato ampiamente dimostrato che indossarla in assenza di assembramenti ha un significato del tutto limitato. Non sono d'accordo con il ripristino in un Comune singolo della mascherina all'aperto, basandolo unicamente sull'indice Rt. Non commettiamo errori che abbiamo già commesso in passato. Ci sono altre misure più efficaci e maggiormente supportate dalla letteratura scientifica. Bisogna che guardiamo non tanto l'indice Rt, quanto gli ospedali, se sono pieni o se sono vuoti. Se ci basiamo unicamente sull'Rt facciamo un gran pasticcio" conclude l'infettivologo genovese.