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La realizzazione delle 4 linee di forza su tramvia vale 1,4 miliardi di euro
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Filobus o tram, questo (sembra) il problema. Il futuro del sistema sostenibile di trasporti per la città di Genova passa dalla scelta - e dal conseguente investimento - su mezzi full electric con le ruote di gomma o mezzi full electric che viaggiano su rotaia. A parti inverse è lo stesso ragionamento che a Genova si fece negli anni ’60, quando il tram c’era e si scelse la strada della gomma. Oggi che il tram non c’è, ha un appeal fuori dal comune.

“Bisogna mettersi al lavoro e definire un progetto per quello che è riconosciuto come il sistema migliore per una città delle dimensioni di Genova, ovvero il tram”, ha ripetuto Fiorenzo Pampolini a Primocanale. Organizzatore del ‘Tramday’, è il primo a credere che l’investimento sui binari della tramvia sia l’occasione giusta per Genova. “L’indicazione delle linee di forza sulle quali far viaggiare il tram è contenuta nel Pums, e riguarda i quattro assi protetti identificati dal piano stesso come Prato-Foce, Marassi-Sampierdarena, Nervi-Principe e Sestri-Caricamento”, prosegue Pampolini.

Il costo per coprire gli assi protetti si aggira intorno a 1,4 miliardi di euro.
“Il costo è un problema rilevante”, ha replicato Enrico Musso, direttore del Centro Italiano di Eccellenza sulla Logistica, i Trasporti e le Infrastrutture. “La soluzione filoviaria invece costerebbe poco più di un terzo rispetto al tram, circa 550 milioni. Questa è una cosa rilevante nel momento in cui, a livello nazionale, per l’intera rete sono stati stanziati poco più di 2,4 miliardi di euro. Quindi pensare che Genova possa assorbire più della metà dell’intero budget del Paese potrebbe essere quantomeno velleitario”.

“E’ evidente che non sarà possibile richiedere i finanziamenti
per l’insieme delle 4 linee, anche per la gradualità con la quale dovranno essere aperti i cantieri in città, ma è indispensabile che si chiedano i soldi per realizzare almeno una prima linea", ribatte Alfredo Perazzo, ingegnere trasportista che si batte per la causa del tram. "Gli assi di forza nella nostra città hanno punte di carico che raggiungono picchi di 7mila passeggeri all’ora, per i quali servono vetture ad alta capacità, in sede prevalentemente protetta, facili da usare anche per anziani e disabili, e in grado di attrarre nuova utenza per poter così contenere l’assedio del traffico privato, con contestuale riduzione di congestione stradale, inquinamento e incidenti stradali che hanno costi sociali altissimi, pari a circa 250 milioni di euro l’anno, senza contare le patologie dovute allo smog”.

L’amministratore unico di Amt, Marco Beltrami, fa i conti in tasca all'azienda.
“Il tram a Genova è un progetto bello in astratto ma irrealizzabile nel concreto. Abbiamo un progetto che costa tre volte più dell'altro, con una finanziabilità molto difficile e non possiamo rischiare di iniziare un pezzo per non sapere poi quando finiamo. Dal punto di vista di Amt auspichiamo una soluzione integrata. Immaginiamo un grande progetto per la città con i 4 assi di forza realizzati in pochi anni. Se noi partiamo con la tecnologia utile per i filobus, in due anni i cantieri sono aperti e nei successivi tre anni sono conclusi. In 5 anni ci troviamo con una città innervata con gli assi di forza che potranno permettere un determinato sviluppo. Il tram ha costi molto più elevati e tempi più lunghi, un progetto che la città non riesce a sostenere”, ha concluso Beltrami.

Qualora a Genova, gli assi di forza fossero gestiti con filobus, come richiesto al Mit a dicembre 2018, ci sarebbe un cambio di alimentazione da diesel a elettrica per 145 mezzi da 18 metri. “Ma il traffico rimarrebbe quello di sempre, in quanto il filobus, che nelle dimensioni, nell’aspetto e nelle performances è esattamente come un autobus, non ha nessuna capacità di attrarre nuova utenza”, concludono in coro Pampolini e Perazzo.

Rimane sul tavolo il tema della limitazione al traffico
che, a prescindere da tram e filobus, sarebbe il vero asso nella manica. Un argomento che finora non ha trovato grandi fans, né tra la maggioranza, né tra l’opposizione. Il rischio di crearsi ‘troppi nemici’ è altissimo e le elezioni regionali (prima ancora che comunali) sono dietro l’angolo. Poco importa se nel 2019 si discute ancora se è meglio avere il tram o il filobus, due mezzi di locomozione concepiti entrambi nell'ultimo quarto del XIX secolo.